Riuscire a trasformare la realtà: la filosofia di Ivan Juric

Il calcio è – a detta di molti – lo sport più bello del mondo. Lo è per svariati motivi e uno di questi è sicuramente la presenza dei tifosi. Quando una squadra riesce ad avere alcune persone che la seguono senza un apparente e logico motivo, allora si capisce che il calcio è ben più di un gioco. È qualcosa di mistico, un obbligo morale. Ma, purtroppo, lo spirito umano è malvagio ed è nella nostra natura l’essere violenti anche quando non ce n’è motivo. Non possiamo farci nulla. L’essere umano è un animale come tutti gli altri, e come tutti gli altri animali si comporta in modo barbaro con i suoi simili.

tito-hajduk-split-vs-skonto-luglio-2012IL DERBY DI CROAZIA – Esistono realtà in cui si vengono a creare vere e proprie guerre fra tifoserie. È successo nei principali Paesi europei come Italia, Inghilterra, Germania e Francia e succede tuttora in campionati non molto distanti geograficamente da quelli citati. Il riferimento è alla Croazia e, in particolare, alle guerriglie che si vengono a creare in occasione del derby fra le due principali squadre croate: Hajduk Spalato e Dinamo Zagabria. Da una parte la Torcida, la tifoseria più vecchia d’Europa e una delle più violente che difende i colori dell’Hajduk; dall’altra parte i Bad Blue Boys, ultras della Dinamo. Nei giornali del post-partita più che le gesta dei calciatori vengono contati i feriti fra tifoserie e agenti di polizia. Alcuni dei derby più violenti sono stati giocati a cavallo fra gli anni ’90 e i primi anni del 2000. All’epoca, nell’Hajduk militava un giovane di circa vent’anni, un tale Ivan Juric, che quei derby così sentiti e violenti li ricorda molto bene.

juricTRASFORMARE LA REALTA’ – Una delle più straordinarie capacità di Juric è quella di avere una grandissima profondità di pensiero. Una dote molto rara nel mondo del calcio. E questa profondità di pensiero è stata utile a Ivan per disintossicarsi da tutto l’odio che ha visto negli anni dell’Hajduk. Ricordiamo che oltre alla guerra “calcistica” tra tifoserie, in quegli anni si combatteva anche la vera guerra, combattuta con le armi: per intenderci, la guerra fra Croazia e Serbia. Ecco che allora sembra che tutta quest’aria negativa che si respirava in quegli anni in Dalmazia sia stata catturata da Juric e trasformata in qualcosa di positivo. È come se Juric avesse acquisito e poi metabolizzato la violenza di quegli anni per trasformarla in un atteggiamento caratterizzato dal voler prevalere sull’avversario che è tipico delle sue squadre. Basti pensare all’incredibile cavalcata del Crotone nello scorso campionato di serie B: corsa, tanta corsa, grinta e odio agonistico. Attenzione, odio agonistico nel senso buono del termine: quell’odio che è un misto di motivazione e voglia di vincere che hanno fatto del Crotone una squadra quasi imbattibile. Questa è stata la trasformazione di Mister Juric: assimilare l’odio “cattivo” accumulato negli anni vissuti nella violenza in Croazia e trasformarlo in odio “buono”, in grinta, in determinazione.

MAESTRO DI VITA – Juric è una persona estremamente razionale. Se non fosse per l’abbigliamento costantemente sportivo, sembrerebbe un professore universitario di filosofia. Anzi, in realtà lo è. La sua filosofia non è solamente relativa al gioco del calcio, la sua è una vera e propria filosofia di vita che ha imparato da autodidatta durante la giovinezza e che sta trasmettendo ai suoi calciatori. Juric nel tempo libero ama leggere libri: vuole conoscere sempre più cose, perché è imparando cose nuove che si diventa più intelligenti, che ci si pone sempre più domande, che si cercano sempre più risposte. È una vera e propria guida per i suoi calciatori. Ama parlare con loro, passare del tempo insieme, consigliarli e accettare consigli. È un maestro di vita e questo lato della sua personalità viene riconosciuto dai suoi uomini che in campo darebbero l’anima per lui.

jc2PRIMA GLI UOMINI E POI I CALCIATORI – Juric ha idee molto chiare su come formare un gruppo. Innanzitutto vengono gli uomini e poi i calciatori. Egli stesso ha rivelato come sia abitudine comune andare a bere qualcosa con i suoi calciatori – soprattutto quelli più vicini alla sua età – proprio per creare un sincero rapporto di amicizia che ritorna ad essere professionale sul campo da gioco. Preferisce che la squadra si alleni al mattino in modo tale che il gruppo possa fare colazione e pranzare insieme per aumentare l’affiatamento e l’entusiasmo fra i singoli. E poi, Ivan Juric sta simpatico un po’ a tutti per la sua semplicità. Si presenta all’allenamento in tuta e fumando una sigaretta ricordando a tutti noi il classico allenatore avuto durante la scuola calcio. Già, perché quando si parla di questo uomo croato non si pensa agli allenatori strapagati e vestiti elegantemente durante le partite. Quando si parla di quest’uomo proveniente dai Balcani, non viene in mente la figura del Top Manager alla Mourinho o alla Guardiola. Pensando a Ivan, con la sua tuta e la sua sigaretta, viene in mente un solo modo con cui chiamarlo: semplicemente Mister. Mister Juric.

Giuseppe Gerardi

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