Se le partite di Serie A fossero… degli abiti!

Palermo – Juventus: casual sportive. Il casual sportive è uno tra i tanti abiti adatti a chi vuole fare attività fisica. Ecco, quella di sabato più che nella categoria “partite di Serie A” è stata un’attività fisica. Ma molto fisica. Partita maschia, tanti falli e gioco duro. Match veloce, non giocato benissimo dai bianconeri, che però ottengono i 3 punti. In modo quasi “casual”: tiro/cross di Dani Alves e gol di tacco di Goldaniga (gran gol). Peccato che Goldaniga giochi nel Palermo e il gol l’abbia fatto nella sua porta. Detto questo la vittoria della Juve non può essere solo attribuita al caso: la fortuna te la cerchi anche. Perché in una partita così, risolta da un episodio, la Juve ha dimostrato di saper soffrire da squadra e difendersi come una provinciale (riguardatevi dove era Mandzukic al 48′ del secondo tempo). Vittoria tutt’altro che CASUAL e primato confermato anche questa domenica.

 Napoli – Chievo: frac. Che eleganza il frac. Vestito adatto per le cerimonie importanti, come ad esempio la consegna dei Premi Nobel. Che eleganza questo Napoli. Come giocano i partenopei. Affondano ma sanno anche gestirsi e rifiatare con il pallone. Ed è migliorata anche la gestione della palla. Premio Nobel a Gabbiadini che finalmente si sblocca. Ma che partita Callejòn. Piccola stecca della serata gli ancora presenti momento di buio che potrebbero costar caro ai ragazzi di Sarri. Però che bello questo Napoli.

Torino – Roma: Giacca alla Norfolk. Questa particolare giacca è l’antenata della giacca sportiva. In origine fu concepita per contenere provviste e cartucce. Quante ne ha sparate di cartucce l’incontro di oggi. Che partita ragazzi! Scoppiettante. Azioni da gol da una parte e dall’altra. A spuntarla è stato il Torino, più in palla della Roma oggi. Belotti timbra e Iago Falque fa doppietta. Bang bang bang. A nulla vale il gol di Totti su rigore che aveva momentaneamente accorciato le distanze da 2-0 a 2-1. Giornata di caccia grossa per il Toro, che mata la Roma sparando 3 cartucce e si mette nella giacca 3 buone provviste per la classifica.

Inter – Bologna: pigiama. Comodissssssimo il pigiama. Soprattutto in una giornata domenicale d’inverno (non siamo ancora in periodo). Ma è l’abito adatto per descrivere la partita dell’Inter, almeno per quanto riguarda i primi 30 minuti circa di match. Kondogbia sostituito perché pietoso al 28′ del primo tempo (mai vista una cosa simile). Dormite difensive, tanti errori. E Handanovic sul gol ha le sue colpe. Diciamo che il portiere nerazzurro al tiro piano e centrale di Destro ha la stessa velocità di reazione di quando al mattino ti alzi e ancora mezzo rintronato non sai se sei già sveglio o ancora in dormiveglia. Poi però la partita svolta e a dormire è il Bologna, che dopo il vantaggio sparisce un po’ dal gioco e si fa recuperare con un colpo pazzesco di Perisic che una bellezza simile neanche alla settimana della moda di Milano si vede. Dopo l’Inter ci prova, ma quasi senza convinzione e senza mai essere veramente pericoloso. Come quando ti svegli dopo una bella dormita, sai che hai dei lavori da fare ma non hai la forza di alzarti dal letto. Solo Ranocchia alla fine ha la palla del 2-1 ma sbaglia clamorosamente. Tutti a nanna.

Lazio – Empoli: costume e infradito. Non è proprio un abito. Però rispecchia un po’ l’animo del match. Immaginatevi il primo giorno di mare che fate, dopo un lungo inverno. Vi svestite, indossate il costume, mettete le infradito, controllate di aver preso le creme, il giornale da leggere, le carte da gioco ecc… Vi organizzate insomma, perché il primo giorno bisogna riprenderci la mano dopo che per tutto l’inverno non si è vista la spiaggia. Però poi una volta sul lettino vi rilassate. Così la Lazio: ci mette un po’ a sbloccare la partita. Poi Keita centra l’obiettivo e la Lazio si rilassa, anche perché l’Empoli non sembra pericoloso. Forse però la Lazio si rilassa un po’ troppo, perché poi i toscani prendono campo e dalla fine del primo tempo fino al gol del raddoppio di Lulic (a fine secondo tempo) è quasi un monologo della squadra di Martusciello, con i biancocelesti che non riescono mai a ripartire. Però la Lazio vince. E alla fine è quello che conta.

Fiorentina – Milan: smoking. Abito elegante da serata di gala. Un abito da grande occasione per una partita dalle grandi opportunità: il Milan per portarsi da solo al terzo posto, la Fiorentina per riaccodarsi ai piani alti. Il posticipo si preannuncia interessante, tra due squadre che prediligono più il gioco piuttosto che lo scontro fisico. I contrasti duri non mancano, anzi: il primo intervento di Gonzalo Rodriguez è da arancione, diretto sulla caviglia di Bacca. La fiorentina gioca bene. Veloce, tanti passaggi. Il Milan subisce sì, ma si difende ordinato e riparte, cercando anche lui di giocare palla a terra e innescando la velocità di Bacca. Partita veramente bella. C’è nell’aria la sensazione che ognuna delle due squadre possa sbloccarla in ogni istante. E l’occasione arriva per i Viola dal dischetto, solo che il palo ferma Ilicic. Per il resto occasioni da rete per entrambe le squadre, Donnarumma si esalta e Badelj salva un gol fatto sul piattone di Suso. Netto poi il fallo su Luiz Adriano di Tomovic allo scadere al limite dell’area, non fischiato da Orsato. Avrebbe cambiato qualcosa? La serata termina senza reti. Il gioco di Montella ancora non si vede; detto questo il Milan non ha fatto per niente male. Contropiede e sapeva aspettare la Fiore nella propria metà campo. D’altro canto sul groppone dei Viola pesa il rigore sbagliato dal 72. Ma così sono le serate. Metti un nell’ambito per far colpo su una ragazza e lei ti dice che ti vede solo come amico…metti la palla sul dischetto e prendi il palo: più o meno la stessa sensazione.

Impostazioni privacy