Coppa d’Africa 2017: le pretendenti

Manca solo una settimana all’avvio della più intrigante competizione invernale e la prima sfida per nazionali dell’anno. La seducente Coppa d’Africa 2017 è infatti alle porte, pronta a mettere in mostra i suoi migliori talenti sui campi di Port-Gentil, Oyem, Franceville e Libreville, la capitale del Gabon nazione ospitante.

Lo stato centrafricano ha vissuto un’escalation positiva negli ultimi trent’anni, da quando il sistema politico si è allargato al multipartitismo dopo trent’anni di autarchia: oggi, infatti, il Gabon ha un PIL pro capite superiore anche al Messico, il che ne fa, a pieno diritto, uno Stato in via di sviluppo.

Allo stesso modo è in via di sviluppo il calcio, che dal 2009 (quando toccò il 30° posto nel Ranking FIFA) sembra aver trovato una generazione di campioni capace di far sognare il suo popolo, che spera di alzare la coppa in casa. Questa è la premessa per José Antonio Camacho, che ha ereditato la nazionale da Jorge Costa, tornando ad allenare dopo tre anni di inattività dopo l’ultima esperienza da CT della Cina (forse ora si starà mangiando le mani).

Ma se i gabonesi possono sognare non è tanto per l’esperto CT, quanto piuttosto per i tre ragazzi che dovrebbero garantire un gioco offensivo notevole: uno dei “tre moschettieri” è Mario Lemina, lo juventino classe ’93 che, insieme a Didier Ndong ha il compito di lanciare in rete Pierre-Emerick Aubameyang, il centravanti del Borussia Dortmund tentato dalle sirene cinesi che lo farebbero diventare il giocatore più pagato al mondo. Per ora deve accontentarsi di essere il giocatore più “prezioso” della Coppa d’Africa 2017, il che rende di diritto il Gabon una pretendente, anche più del Camerun, con cui si sfiderà il 22 Gennaio, alle ore 20.00.

Pierre-Emerick Aubameyang chiama a raccolta i gabonesi

Il Girone B è un vero e proprio girone della morte, dal momento che almeno una delle escluse in altri gironi sarebbe potuta passare facilmente. La squadra attualmente più preparata (e più nostalgica, per chi ha ricordi del Mondiale 2002) è il Senegal, che sotto la guida di Aliou Cissé, CT appena 40enne, ha inanellato ben 6 vittorie su 7 gare nel 2016: merito di una squadra che attinge a piene mani dai campionati inglesi (Sadio Mané dal Liverpool, Cheikou Kouyaté dal West Ham) e italiani (il fortissimo Koulibaly dal Napoli e l’inarrestabile Keita della Lazio) e che ha un giocatore top nel continente in ogni reparto, proiettandola così come una delle favorite anche per la vittoria finale.

La nazionale senegalese

Le due grandi rivali sono l’Algeria e la Tunisia. La nazionale di Riyad Mahrez, uno degli eroi di Leicester, sembra in vantaggio dati i grandi nomi presenti in rosa (tra cui Islam Slimani, Yacine Brahimi, Faouzi Ghoulam, Nabil Bentaleb, Sofiane Hanni e  Saphir Taider), anche se l’ultimo anno ha vissuto alcuni alti e bassi che hanno portato a due cambi di guida tecnica, da Gourcuff a Rajevac e poi al belga Leekens. Ma va ricordato che l’Algeria non vive un momento così positivo per la sua nazionale da 30 anni, quando durante gli anni ’80 si qualificò per due volte consecutive ai mondiali e terminò per ben tre volte sul podio della Coppa d’Africa, prima della vittoria (sinora unica) nell’edizione del 1990.

Riyad Mahrez avvolto nella bandiera algerina durante i festeggiamenti per il miracolo Leicester

Il Girone C vede la corsa al primo posto già chiusa, con sedile prenotato per la Costa d’Avorio: pur privi di Drogba, gli ivoriani possono sempre contare su una generazione di talentini come Wilfried Bony, Serge Aurier, il difensore dello United Eric Bailly e soprattutto l’idolo del momento, Franck Kessié, esploso nei primi mesi di militanza nell’Atalanta. Una squadra quindi completa, che però è un’incognita: infatti non possiede i campioni affermati di altre squadre, anche se l’esplosività di questi giovani a caccia di un primo grande successo può rivelarsi decisiva, specie contando che il primo scontro “alla pari” potrebbero averlo solo in semifinale, quando ormai alle doti sul campo si sostituiscono quelle mentali. Nazionale da seguire, quindi, con grande interesse.

Kessié in azione con gli ivoriani

Ultima squadra che potrebbe aggiudicarsi la coppa è il Ghana, allenato da Avram Grant. Molti lo ricorderanno per la sfortunata finale di Mosca, dove il Chelsea perse ai rigori la Champions League contro il Manchester United. L’allenatore israeliano, dopo tante esperienze poco fortunate, dal 2014 siede sulla panchina del Ghana, con l’obiettivo dichiarato di portare la nazionale a livelli simili a quelli della fine dello scorso decennio, quando sembrava poter ambire almeno a un posto in semifinale (sfuggito solo per un calcio di rigore calciato altissimo da Adiyah). Il Ghana ha il più grande ostacolo nell’Egitto di Héctor Cuper, superabile però quando in squadra si hanno individui come André Ayew (West Ham), Emmanuel Badu (Udinese) ma soprattutto il più grande marcatore della storia del Ghana, Asamoah Gyan, uomo simbolo delle stelle nere.

Il sobrissimo taglio di capelli di Asamoah

Chi si aggiudicherà la coppa? Il Gabon padrone di casa? Il Ghana? La vicina Costa d’Avorio? Finalmente l’Algeria dopo 27 anni? Il Senegal forse? Pochi giorni e ogni dubbio sarà sciolto. Per sicurezza però, due spicci andrebbero puntati sui Leoni della Teranga

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