San Manolo Gabbiadini, il primo dei Saints

È stato quasi cacciato dal Napoli, dopo due anni di alti e bassi, dopo tante speculazioni sulla sua permanenza in Serie A. È stato deriso, sbeffeggiato e ridicolizzato, ed è finito sui giornali più per le sue (non) espressioni mentre sedeva in panchina, piuttosto che per le sue azioni in campo. Ma ora Manolo Gabbiadini sembra aver trovato nuova linfa oltremanica. A Southampton, una città che, come Napoli, si affaccia sul mare, e che, come Napoli, gli ha concesso una nuova opportunità per sfondare. Questa volta, però, le condizioni sono diverse: la città partenopea gli ha consentito di fare il salto di qualità, ma ora che è diventato un Saint, il paradiso coincide con la sua consacrazione a livello internazionale, nel campionato più bello e duro del mondo: la Premier League.

Gabbiadini buca Mannone per la sua doppietta

Due partite, tre tiri in porta, tre gol. Uno di sinistro, uno di destro e uno di testa, tanto per mostrare tutto quello che ha in repertorio. Abbastanza per farlo diventare l’uomo chiave dei Saints in un campionato a cui il club del St Mary’s Stadium ha poco altro da chiedere. Questo è il bottino di Manolo nelle sue prime due apparizioni, un bottino degno del suo nuovo nickname in terra inglese: Gabbigol. Con due B, per non confonderci. Dopo il suo primo, splendido gol in maglia biancorossa settimana scorsa, oggi Gabbigol si è divertito ancora una volta a far imbestialire difese avversarie, come i malcapitati del Sunderland a rischio retrocessione.

È stato un 4-0 figlio di una prestazione maiuscola da parte di Gabbiadini. Si è fatto bastare, infatti, un solo tempo per andare a segno due volte: prima con un colpo di testa – o di spalla, ancora non è chiaro – e poi con un’ottima azione solitaria che lo ha visto dribblare due difensori avversari prima di battere il connazionale Vito Mannone e depositare in rete. Per poi uscire a un quarto d’ora dalla fine, applaudito e osannato da tutti i supporter che hanno deciso di farsi 900 chilometri di andata e ritorno e di andare a vedere la loro squadra del cuore giocare a Sunderland, non esattamente dietro l’angolo.

L’integrazione di Gabbiadini in Inghilterra non è casuale: dimostra di avere un’ottima intesa, tra gli altri, con Dusan Tadic, ala serba e uomo chiave di questo Southampton di Claude Puel. Ma oltre a ciò, il Southampton ha una storia illustre riguardo ad attaccanti italiani, se ricordiamo solo Graziano Pellé e Dani Osvaldo. È un mondo che da fiducia ai suoi nuovi acquisti, e quale miglior modo per instaurare fiducia in un rapporto che lasciare un attaccante giocare dal primo minuto? Ora Manolo ha la grande possibilità di dimostrare a tutti che non è più un “potenziale talento”, ma un prodotto finito dell’industria pallonara italiana, un’industria che ha dimostrato di avere un’ottima reputazione all’estero, soprattutto in Inghilterra.

Non starà giocando nella sua posizione prediletta, ma Manolo sta impressionando tutti, partita dopo partita, andando segno, divertendosi, e inavvertitamente anche riuscendo a scrivere il suo nome negli almanacchi sportivi inglesi. Oltre ad aver segnato il 400esimo gol italiano in Premier, oggi il ragazzo di Calcinate ha infranto un altro record, questa volta legato al suo club di appartenenza: è il primo Saint ad aver segnato nelle sue prime due apparizioni, dopo Henri Camara nel 2005.

Statistiche che fanno sbalordire noi, che abbiamo lasciato partire un talento così cristallino, e la Premier stessa. Perchè se questo è quello che può fare Manolo con un pizzico di fiducia e di supporto, non immaginiamo neanche la fine che potrà fare il Manchester United quando, tra due settimane, si scontrerà con i Saints a Wembley, nella finale di coppa di lega. Un’altra opportunità per Manolo per dimostrare il suo valore, in un palcoscenico suggestivo e storico come quello di Londra. Magari sarà abbastanza per farlo sorridere, finalmente.

Tommaso Fiore

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