Guardiola e Jardim danno spettacolo, finisce 5 a 3 all’Etihad

Due giganti dai piedi di argilla, ecco cosa ci aspettavamo di vedere dalla battaglia senza esclusione di colpi nel cuore di una Manchester affamata di Champions. Così è stato, ma il gigante inglese, nel quale scorre sangue integralista e catalano, è stato caratterialmente più cazzuto.

Prima frazione di gioco intensa, crudele, da capogiro. Il pressing ultraoffensivo dei monegaschi non è una novità, mentre l’incapacità dei citizens di uscire palla a terra dalla pressione avversaria è una sorprendente consuetudine. L’occasione di Kamil Glik al 19′ impaurisce Caballero e scuote i padroni di casa: e se al 23′ el Kun risparmia momentaneamente l’estremo difensore avverso, al 25′ la premiata ditta mago Silva e Leory Sané apparecchiano un piatto prelibato che Sterling, indisturbato in area piccola, non può sbagliare. 1-0 City, l’inerzia della contesa si sposta perentoriamente nelle tasche di Guardiola.

Ma il guardiolismo ha i suoi effetti collaterali: Caballero gioca di fino coi suoi difensori, fa una cavolata, dà palla agli avversari, Fabinho dal vertice sinistro dell’area di rigore vede in mezzo un angelo colombiano, per l’occasione bello come Grace Kelly, tracciante in mezzo, tuffo di giustezza, ed è 1-1 firmato Falcao.

Dopo di ché il putiferio. Al 34′ il genero di Diego Maradona è lanciato a rete occhi negli occhi con Subasic, lo supera, viene atterrato, penalty! – urlano i cinquanta mila celesti dell’Etihad – ma l’ispanico Lahoz ha idee diverse: ammonizione per simulazione recapitata al diez argentino. Era rigorissimo, sia chiaro. Qui il City si svuota: da una verticalizzazione improvvisa partita dal centrocampo biancorosso, l’erede naturale di Titì Henry, il diciottenne Kylian Mbappé, fa breccia nell’area nemica e scherzando la coppia Stones-Sagna trafigge glacialmente col piattone il portierone tutto capoccia.

La ripresa delle ostilità è un’apparente agonia per i sostenitori inglesi: pronti, via, rigore dubbio per il Monaco procurato da un Otamendi feriale su el tigre. Al 49′ lo stesso Falcao sul dischetto. Sembrava più el gatino in realtà e aveva lo stesso sguardo che di solito ha uno studente di ingegneria quando guarda il compito di analisi. Go, shot! tiro basso e debole a destra, il capoccia salva tutto, lo score resta invariato.

Il Monaco continua a spingere e si scopre forse un pò troppo: al 58′ ci pensa Sterling, grazie alle sue origini jamaicane, a fare trentacinque metri palla a piede alla velocità della luce per mandare in porta Aguero: il top player albiceleste offre un destro che è più un passaggio amichevole per Subasic, in grado pazzamente di sbucciare comunque la sfera e offrire il pareggio al City con un colpo deciso di saponetta. 2-2, ma ancora per pochi secondi.

Siamo all’ora di gioco, non capiremo mai perché Stones sia il difensore più pagato della storia della Premier, ma comprenderemo la bellezza calcistica (alla Grace Kelly appunto) di Radamel Falcao: fisico tosto, numero inaspettato sul marcatore e delizia scucchiaiata alla Checco Totti per gelare il sangue a Caballero, Guardiola e Noel Gallagher. 2-3 strabiliante!

Ma undici minuti dopo, proprio quando Alberto di Monaco stava stappando il solito champagne da duemila euro, ci pensa lo spietato Aguero della notte a depositare dal nulla con una splendida volé il punto del 3-3.

E noi ci domanderemo, sarà la fine di questo godereccio spot per il football europeo? Absolutely no! Ancora dalla bandierina, manifesta debolezza dei francesi, arriva la purga perfetta: è Stones (si proprio lui, il sottovalutato) a sbattere in porta un pallone pervenuto dal calssico cross sporco, spizzato e maligno, in questo caso per l’attapirato Subasic.

Ma il guardiolismo ha anche degli effetti esaltanti: il 5-3 all’82’ dopo una triangolazione per feticisti del soccer tra Silva, Aguero e la stellina Sané. Venti secondi dopo il capoccia dei citizenz salva le due lunghezze di distanza con un miracolone di piede su Grace Falcao. Partita vietata ai cardiopatici e soprattutto ai fissati del catenaccio pro 0-0. Io ho goduto con punte di sublime esaltazione, non so voi.

Di certo al ritorno del 15 marzo il Louis II griderà giustizia: ci sara da godere ancora, calcisticamente ohibò. Migliore di tutti stasera il tanto bistrattato Aguero: doppietta, tanto fattore C, un assist e un rigore negato, voto 7,5. Alla fine del match Maradona avrà confessato di avere finalmente un genero all’altezza.

A parte tutto la contesa per i libidinosi quarti è ancora apertissimissima.

Una notte meravigliosa per il calcio offensivo!

 

Annibale Gagliani

 

Impostazioni privacy