Marcello Lippi, una vita vincente tra sigari e occhiali

Viareggio è la città in cui tanti iniziano la propria carriera calcistica: questo è dovuto alla famosa Coppa Carnevale (ora tristemente denominata Viareggio Cup). Tutti i più forti passano dallo Stadio dei Pini. Ma è mai successo che a far nascere la propria storia a Viareggio, fosse proprio un viareggino? La storia dice che di sportivi famosi, da quelle parti, non è che ne siano nati molti. Più che altro si riconduce al mare, al carnevale, ai locali storici della Versilia come la Capannina, la Bussola, il Twiga…

Marcello Lippi è talmente conosciuto da essere diventato pure una costruzione del carnevale di Viareggio, un onore che di solito tocca ai politici. Ma si sa, quando vinci il mondiale (che diciamoci la verità, in quanti pensavano di portare a casa?) può capitare di diventare l’orgoglio nazional-popolare di una nazione intera. A maggior ragione di una cittadina che è sempre pronta a lodare ciò che fa innalzare in alto la bandiera del Burlamacco.

Oggi compie 69 anni un guru del nostro calcio, il mister Marcello Lippi che, qualsiasi cosa faccia, verrà ricordato sempre e comunque per due coppe: la Champions League vinta con la Juve allo Stadio Olimpico di Roma nel ’96, e la Coppa del Mondo a Berlino nel 2006. Giorni in cui tutti si ricordano dov’erano, con chi erano, cos’hanno fatto, come hanno reagito quando è successo questo o quello. Dietro le quinte c’era sempre lui, occhiali sul naso e la voglia pazza di un sigaro in bocca. Dal tridente Vialli-Ravanelli-Del Piero all’asse Buffon-Cannavaro-Pirlo, passando per Totti, Zidane, Gattuso, Toni, Gilardino, Nedved, Trezeguet, Peruzzi, Zambrotta… impossibile ricordarseli tutti.

Una vita contraddistinta dal bianconero di Torino e dall’azzurro della nazionale, ma Lippi ha costruito la sua storia cominciando negli anni ’60, tirando i primi calci nella sua Viareggio, fino ad arrivare ai giorni nostri, in cui cerca la difficile qualificazione a Russia 2018 con la Cina. Nel mezzo, tra vita da calciatore e allenatore, 50 anni passati in tutta Italia, con maglie e colori di ogni tipo, fino a toccare l’eccellenza del calcio mondiale: Champions League, campionati, coppe nazionali, coppe intercontinentali, e la magica notte di Berlino, dove tutti ci siamo sentiti fieri di essere italiani.

Dopo il disastroso mondiale in Sudafrica Lippi sembrava appartenere al passato, e avviato ad una tranquilla vita di pescatore tra gli scogli, ma il telefono squillò dalla Cina, precisamente da Guangzhou: l’Evergrande aveva bisogno di lui. Si sa, i cinesi comprano tutto, possono colonizzare in ogni dove. Anche Marcello Lippi, che a sette anni di distanza dal mondiale 2010, è ancora in cerca di teatri in cui dirigere l’orchestra dietro le quinte. Non lo rivedremo allenare in Italia, più facile trovarlo in barca. Il prossimo anno saranno 70, chissà se lo troveremo in Russia.

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