Lazio, Lotito rivela: “Ho cacciato io Bielsa”

Claudio Lotito, presidente della Lazio, ha rilasciato alcune dichiarazioni al portale LaLazioSiamoNoi.it nel corso di un evento a Campagnano di Roma in merito alle decisioni prese da quando è alla guida della squadra biancoceleste.

Lazio, Lotito sulla scelta del ds Igli Tare

“In molti non condividevano questa scelta, invece è stata una grande scelta. Avevamo deciso di prolungargli il contratto. Viene all’incontro con il procuratore e gli dico: “Guarda, io non ti rinnovo”. “Ma come, lei aveva dato la sua parola, non è corretto, non è serio”. Gli ho detto che avevo intenzione di fargli fare il direttore sportivo. “Ma come, non ho neanche il patentino”, mi ha detto. “Non ti preoccupare, quello lo prendi. Pensaci, ti do 30 minuti”. È tornato mezz’ora dopo e mi ha detto di sì”.

Lazio, Lotito su Simone Inzaghi

Quando mi sono insediato chiamavo i giocatori per rinegoziare i contratti. Si presenta Simone Inzaghi con il suo agente e gli propongo 5.3 milioni per 5 anni. Il procuratore è soddisfatto. “Avete capito bene?”, gli faccio, “gli faccio 5.3 milioni in 5 anni”. “All’anno”, dice lui. “No, in totale”, rispondo. Inzaghi mi fa: “Posso parlare da solo con lei, presidente?”; Gli dico: “Che vuoi fare dopo?”, “L’allenatore”, risponde. “Ti faccio fare l’allenatore”. Inzaghi va a Genova, alla Sampdoria, passa un momento difficile dal punto di vista familiare e quando non giocava più Sabatini mi dice: “Licenziamolo”. Io dico no, poi è andato a Bergamo. L’ho chiamato e gli ho detto: “Simò, la tua carriera mi sembra sia finita, ti offro di fare l’allenatore degli Allievi Regionali”. Vince il campionato Allievi Nazionali, quando Bollini va con Reja a Bergamo prendo Simone e lo metto alla guida della Primavera. Sarebbe andato alla Salernitana, ma siccome la piazza borbottava, ho lanciato la storia di Bielsa”.

Lazio, Lotito sull’esonero di Bielsa

Bielsa l’ho cacciato io. Quando ero in Francia, Tare mi chiamava e mi diceva che aveva comprato dei giocatori che voleva l’allenatore, dopo 3 minuti non andavano più bene. Torno a Formello, con Tare chiamiamo l’allenatore e inizia una situazione di un certo tipo. Tare gli parlava, lui rispondeva come se fosse uno scienziato. A un certo punto mi sono mortificato per Igli e ho preso il telefono: “Senta mister, lei se ne deve andare”. Tare era pallido».

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