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Breve storia di un predestinato: sì Gallo, ce l’hai fatta!

Quando si va in panchina bisogna saper accettare le scelte del mister. In campo ne scendono undici, non di più. E poco importa se in settimana dai anche l’anima in allenamento. Chi sceglie i titolari non sei tu, ma il tuo allenatore. Quindi ti armi di giubbotto e guanti per combattere il freddo gelido che avvolge lo Juventus Stadium e ti accomodi tra le riserve, ma in cuor tuo sai di poter dare tanto a questa Nazionale.

GRINTA, CUORE E VOGLIA: ANDREA BELOTTI

Andrea Belotti, o semplicemente “il Gallo”, ha saputo aspettare il suo momento. Lo ha fatto contro la Spagna, ha osservato e tifato i propri compagni per circa un’ora. Poi si è munito di pettorina e ha iniziato il riscaldamento: “Entro e spacco tutto”, avrà pensato il Gallo. Poi la chiamata: “Andrea, tocca a te!”. La seconda in assoluto per Belotti con la maglia azzurra, la prima in amichevole contro la Francia a 22 anni, 8 mesi e 12 giorni.

Un quarto d’ora giocato col cuore, quindici minuti che avevano fatto ben sperare per le partite successive. Belotti era arruolabile e non solo per le reti messe a segno con la maglia del Torino. Belotti poteva e doveva far parte di questa Nazionale innanzitutto per lo spirito patriottico che mostrava in campo. Grinta, cuore e tanta voglia di rincorrere quella palla per farla subito sua. Non si esce dal campo senza aver sudato la maglia, soprattutto se quella della tua Patria.


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GALLO, CE L’HAI FATTA!

Contro la Macedonia Ventura è stato bravo a concedergli subito l’opportunità di partire dall’inizio. Questa volta sono stati i tuoi compagni a osservarti e a tifare per te. La prima da titolare. Un po’ come il primo amore. Difficile da dimenticare. Difficile soprattutto se gli bastano 24 minuti per siglare la sua prima rete in Nazionale maggiore. Mano in testa e cresta alta. Un’esplosione di gioia che ti attraversa il corpo. Per un istante, ti penetra nell’anima: “Ce l’ho fatta!”.

A 22 anni non può che essere il miglior giocare in prospettiva di questa Nazionale. A 22 anni quanta strada c’è ancora da percorrere, ma poco importa se si è su quella giusta. Sì Gallo, possiamo dirlo anche noi: ce l’hai fatta.

Michele Ranieri

redazione

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