Ormai ci siamo. Questa sera alle 21.00 al Parc Olympique Lyonnais inizia l’Europeo della nostra Italia. L’Italia più criticata di sempre, a partire dal suo allenatore, anzi CT, quell’Antonio Conte arrivato su una delle panchine più ambite del panorama internazionale. Quell’Antonio Conte che ha abbandonato il ritiro della Juventus dopo soli due giorni per poi accettare la proposta del nuovo presidente della FIGC Carlo Tavecchio, anch’egli criticatissimo per alcune dichiarazioni razziste. Conte è stato considerato “troppo giovane” per allenare la Nazionale e quindi con poca esperienza e in questo c’è della verità anche se ha raggiunto importanti traguardi nelle squadre di club (due promozioni dalla serie B alla A con Siena e Bari e tre Scudetti consecutivi con la Juve). C’è da dire che è un vincente, che odia perdere e che è ossessionato dalla vittoria tant’è che ha dato questo nome a sua figlia. All’esordio in panchina dell’ex tecnico della Juventus, la Nazionale ha fatto sognare tutti i tifosi italiani fornendo una partita di spessore contro l’Olanda reduce da un buon mondiale brasiliano e battendola per 2-0 con gol di De Rossi e Immobile.
L’Italia non arriva nelle migliori condizioni in Francia. Gli infortuni di Marchisio e Verratti hanno complicato i piani del CT lasciando un vuoto incolmabile, non c’è più Pirlo e Thiago Motta, Montolivo e De Rossi non sembrano nel periodo migliore della loro carriera. L’Italia non ha convinto nelle ultime amichevoli e, inoltre, si va ad affrontare un Belgio che negli ultimi anni ha avuto una crescita esponenziale sia come squadra che come singoli: Fellaini, Nainggolan, Mertens, Lukaku, Hazard sono tutti nomi di un certo spessore che possono cambiare la partita i qualsiasi momento.
” Fratelli d’Italia / l’Italia s’è desta / dell’elmo di Scipio / s’è cinta la testa/ Dov’è la Vittoria? / le porga la chioma / ch’è schiava di Roma / Iddio la creò. / Stringiamoci a coorte / siam pronti alla morte / siam pronti alla morte / l’Italia chiamò. / Stringiamoci a coorte / siam pronti alla morte / siam pronti alla morte / l’Italia chiamò, sì! “
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