L%26%238217%3Barte+di+crederci+sempre
rompipalloneit
/2016/06/17/larte-di-crederci-sempre/amp/

L’arte di crederci sempre

Ha ragione chi vince. Nel bene, nel male, nel nulla. Ha ragione chi vince perché quel che conta è il risultato, e non come l’ottieni. Ha ragione chi vince perché alla fine è importante andare avanti, proseguire verso il sogno, non spogliarsi del cuore puro degli azzurri.

Ha ragione Antonio Conte, allora. Ancora una volta. Ha ragione con un Eder versione acchiappamosche – nel senso buono, perché lo lanciano ovunque -, e ha ragione con una difesa ortodossa, convenzionale, mai banale. Ibra sbatte, ribatte e oltre il muro azzurro riesce a scorgere il sogghigno di Buffon che si prende un’altra giornata di ferie. Pure ben pagata.

È un’Italia tignosa che però sa vivere la sua vita. Esce palla al piede, vede gioco, fa amicizia con la traversa altrui dopo il solito guizzo di un Giaccherini latin lover: è lui la qualità di questa squadra, lui il cambio di passo, lui il dribbling secco e la possibilità di superiorità numerica. Divora erba e mastica amaro su quell’unica, enorme, occasione: l’avesse sporcata di più, Parolo, staremmo parlando di un epilogo simile. Ma profondamente diverso.

L’arte di crederci sempre è però questa: lottare, misurarsi, sapersi costruire attorno un villaggio di punti forti che non lasciano passare i limiti. L’Italia non è solo la difesa come la Svezia non era solo Ibra: c’era Guidetti e c’era Candreva, c’era qualche sportellata di Granqvist come c’era il lavoro sporco e le sponde di Pellé. C’era una squadra che in campo sapeva starci, che davanti poteva creare, che in mezzo non concedeva ossigeno a De Rossi. E ancor meno a Bonucci.

Come ribaltare il fronte? Se perdi l’unica qualità che hai, rispondi con le armi a disposizione: l’amore per la maglia, la disciplina, la convinzione di un ragazzo poco più che ventenne che si ritrova a rappresentare il proprio paese. Simone Zaza sarà anche abituato a certe immagini, ma non a certe emozioni. Entra, lotta, dà e tiene botte. Poi s’intestardisce, quindi la sponda.
Zigzagava il mondo, Eder. È stato come se non sapesse fare altro, come se il destino gli avesse messo quella palla sulla trequarti. E che lui, il mezzo italiano, l’uomo da un solo gol nel girone di ritorno, quello deriso e di tanto in tanto anche umiliato, non dovesse fare nient’altro che quel doppio dribbling con destro secco sul palo lungo. 

Vince l’Italia, ha segnato Eder. Che poi ripiegava e dava manforte ad una difesa stoicamente impenetrabile.
Andiamo agli ottavi: ce la giocheremo con chiunque. Senza paura.

Con l’arte di crederci. Sempre.

Cristiano Corbo

This post was last modified on 17 Giugno 2016

redazione

Published by
redazione

Recent Posts

Gp Imola, dito medio di Verstappen: la ricostruzione

Red Bull versus Ferrari: un tifo smisurato per la seconda, ma il rispetto non deve…

18 Maggio 2024

Dalla Premier League al Bayern Monaco, svolta a sorpresa per il tecnico: tifosi spiazzati

Comunicazione ufficiale a sorpresa da parte del club inglese: è stata una scelta condivisa. Adesso…

18 Maggio 2024

Zhang spalle al muro: Inter, l’ufficialità non lascia dubbi

Tifosi nerazzurri preoccupati per il futuro societario: Zhang interviene attraverso un comunicato ufficiale. Domenica pomeriggio…

18 Maggio 2024

Gosens a un passo dal ritorno in Serie A: la sua nuova squadra

Dopo l'esperienza in Germania all'Union Berlino, Robin Gosens è pronto a tornare in Italia. Accordo…

18 Maggio 2024

Arbitro squalificato a vita, è tutto vero: quello che succede è da non credere

Quello che è successo ha dell'incredibile. Un arbitro è stato squalificato a vita per un…

18 Maggio 2024

Rivoluzione Roma, a fine anno sarà addio: il big lascia la Capitale

Serie A, in casa giallorossa la dirigenza è già al lavoro per la prossima stagione.…

18 Maggio 2024