“Se non ci fosse stato quel Bari-Inter ora sarei un rapinatore, uno scippatore o comunque un delinquente, molti miei amici ora sono nei clan, ma il mio talento mi ha salvato”.
Antonio Cassano nasce e cresce in un quartiere difficile: San Nicola di Bari, il suo futuro non sembra esattamente roseo, ma il 18 dicembre 1999 è la data del suo destino, mancano pochi minuti alla fine e Bari ed Inter sono sull’uno a uno, all’improvviso un lancio lungo, Cassano controlla di tacco, supera due uomini, entra in area e insacca. Cassano è un talento, Cassano diventerà un giocatore.
Cacciato dal Real arriva alla Samp dove fa vedere il meglio di sé. I suoi assist e i gol di Pazzini spingono i blucerchiati al quarto posto, in Nazionale diventa protagonista, giocando bene gli Europei del 2008. Tutto sembra perfetto, ma ecco una nuova, imprevedibile Cassanata. Litiga con l’allenatore Delneri e il Presidente Garrone. Esiliato dalla sua seconda casa, se ne va a Milano, sponda rossonera: inventa qualche siparietto con un altro folle come Ibra, vince il Campionato 2011, ma poi cambia sponda. Va nella Milano nerazzura, soliti assist e stagione positiva, il rapporto con Stramaccioni sembrava un sogno, ma poi un nuovo litigio.
This post was last modified on 16 Agosto 2016
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