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Ricercare la perfezione divertendo: alla scoperta di Gabriel Jesus

Quando si pensa al Brasile le prime immagini che vengono in mente sono le chilometriche spiagge, il Carnevale di Rio, il Cristo Redentore. Ma c’è qualcosa di veramente curioso, un’immagine che viene in mente quasi istantaneamente: un pallone. Non importa se siamo malati di calcio o se ne non ce ne frega nulla. Quando si pensa al Brasile viene in mente un pallone. Il motivo è presto spiegato. Il calcio brasiliano è quello più bello, è un calcio ricco di fantasia e proprio per questo porta al sublime. Noi europei – e soprattutto noi italiani – siamo abituati ad un calcio studiato, fatto di tatticismi, di schemi…di noia. Il calcio brasiliano rispecchia quello che è il Paese: meraviglioso, disordinato, colorato, spettacolare, allegro. Sì, allegro forse è l’aggettivo che può descriverlo meglio. Provate a guardare una partita di calcio del Brasilerão: i calciatori giocano nel senso più stretto del termine. Come fanno i bambini davanti ad un pallone. Giocano. E ridono.

TRADIZIONE BRASILIANA – Provate a fare un giro su YouTube e digitate questo nome: Gabriel Jesus. Ecco, se volete capire quella che è l’essenza del calcio brasiliano, guardate uno dei video in cui è presente questo ragazzo. Sorride, mentre gioca sorride sempre. Anche se sbaglia, Gabriel sorride. E lo fa perché si diverte. Sorridevano anche Ronaldo, Ronaldinho e prima di loro Pelè. Gabriel Jesus è un fenomeno, uno di quei calciatori per i quali si ama il gioco del calcio. È uno spettacolo per gli occhi dell’insesperto, ma lo è anche per l’appassionato di tattica. Sì, perché Gabriel non è il classico ragazzetto che prova le giocate imparate nel cortile sotto casa solo per farsi vedere, Gabriel Jesus prova le giocate solo perché in quel momento c’è bisogno di una giocata per portare qualcosa di utile per la squadra. È un po’ come il caro vecchio Ronaldinho: un giocoliere, ma tremendamente incisivo. Gabriel Jesus incarna perfettamente il concetto espresso da Orazio nell’Ars Poetica: “Omne tulit punctum, qui miscuit utile dulci”. Che tradotto in italiano significa: “Raggiunge la perfezione chi sa unire l’utile al dilettevole”. Il ragazzo è sulla buona strada.

DAGLI INIZI ALL’ORO OLIMPICO – Gabriel Jesus è nato a Sao Paolo, nel Bairro do Limão, il 3 aprile del 1997. È giovanissimo. La sua vita – come quella di tutti i ragazzini brasiliani – è stata all’insegna del sacrificio e del calcio. Il pallone rappresenta una salvezza. Gabriel è un predestinato: a 15 anni inizia a giocare per l’Anhanguera, un club locale, dove si mette in mostra segnando ben 29 gol. Questi gol sono il trampolino di lancio nel calcio che conta. Il Palmeiras se lo aggiudica bruciando la concorrenza e Gabriel ricambia contribuendo alla vittoria di due titoli internazionali e un vice campionato Paulista. Il suo nome è rimbalzato, inevitabilmente, anche fra i top club europei e, proprio nell’ultima estate, il Manchester City di Pep Guardiola è riuscito ad accaparrarsi questo talento cristallino. Nel frattempo, Gabriel Jesus è entrato nella storia del calcio brasiliano vincendo l’Oro alle Olimpiadi, l’unico trofeo che mancava alla Seleçao .

DIVERTIRSI E DIVERTIRE – Dribbling, assist e gol sono il suo marchio di fabbrica, associati ad un senso tattico non comune per la sua giovane età. È uno dei giovani più completi del panorama calcistico mondiale e gioca con la scioltezza di un veterano. Purtroppo dovremo aspettare ancora un po’ prima di vedere Gabriel nel calcio europeo perché arriverà al City solamente da gennaio. Intanto, continuerà a giocare in Brasile allietando il pubblico con tocchi di classe e gol, divertendosi e facendo divertire. Nell’attesa di vederlo in Europa, per cautelarmi, ritorno a vedere i suoi video su YouTube.

Giuseppe Gerardi

This post was last modified on 31 Agosto 2016

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