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Luis Figo, quando la classe non invecchia mai

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Tutti in piedi con in alto le mani, applausi per un giocatore simbolo del calcio Portoghese, oggi compie gli anni Luis Figo, un talento cristallino che abbiamo apprezzato non solo in Spagna, ma (fortunatamente) anche in Italia con la maglia dell’Inter. 44 anni, 37 dei quali passati a tirare calci ad un pallone coperto di sogni. Questa è la sua storia.

LUIS FIGO: GLI INIZI DEL MITO

Il piccolo Luis inizia a tirare calci al pallone da piccolissimo presso la squadra dell’Union Futebol Club Os Pastilhas, per poi passare alle giovanili dello Sporting Lisbona dove all’età di quasi 16 anni scese in campo per la prima volta grazie all’allora allenatore dei biancoverdi, Carlos Queiroz, che diceva di lui : “Un altro passo rispetto a tutti quanti gli altri: è un predestinato”.

Infatti quel ragazzino aveva la stoffa del campione ed un destro che era in grado di far innamorare anche i fan delle altre squadre. Numero 7 o 10 sulle spalle, poco contava, quando in campo c’era lui la magia prendeva il sopravvento sulla tattica. In 6 anni allo Sporting, Luis vince 5 volte il premio di “Giocatore portoghese dell’anno”.

IL SOMMO TRADIMENTO: DAL BARCELLONA AL REAL MADRID

249 partite condite da 45 gol tra campionato e coppe, 2 campionati Spagnoli, 2 coppe del Re, 1 coppa delle Coppe, una supercoppa Europea e una supercoppa Spagnola. Questo il suo palmares con la maglia del Barcellona. Come nel cielo sereno compare d’improvviso un fulmine violento, anche nel mondo del calcio non tutto sembra esser così scontato come sembra.

Luis Figo nel 2000 si trasferì dal Barcellona al Real Madrid per circa 60 milioni di euro, scatenando la rabbia dei suoi vecchi tifosi, rabbia che trovò sfogo proprio nel Classico della stagione 2002/2003. Dagli spalti il malcapitato Luis si vide recapitare nei pressi della bandierina del calcio d’angolo una testa di maiale mozzata, simbolo emblematico del suo tradimento. Quando l’odio subentra all’amore capitano pure cose di questo genere. L’allora sindaco di Barcellona, addirittura, pubblicò una nota sul sito del Comune in cui definisce Luis “persona sgradita in Catalogna”Con la squadra della capitale vince per due volte il campionato, oltre alla Champions League, alla Coppa Intercontinentale, alla Supercoppa Europea e a due Supercoppe di Spagna. 56 gol in 242 presenze.

IL COLPO DI MORATTI

Nell’estate del 2005 approda a Milano sponda Neroazzurra, sommerso dall’entusiasmo generale. In 4 anni amplia il suo personale palmares con 4 scudetti, 1 coppa Italia e 3 supercoppe Italiane, giocando 140 partite e segnando 11 reti. Chiude la carriera proprio a Milano tra gli applausi della tifoseria di casa in quell’ Inter-Atalanta del 31 maggio 2009.

PAROLE D’ORO

Oltre al pallone d’Oro vinto da questo immenso giocatore, il suo allenatore ai tempi del Real Madrid Vincente del Bosque disse di lui : “Luis è tecnicamente perfetto, si libera rapidamente dalle marcature e ha un grande dribbling. È come un gladiatore, capace di attirare le folle allo stadio”. Effettivamente era un giocatore che da solo era in grado di risolvere le partite, un talento vero. Oggi compie anagraficamente 44 anni ma per noi rimane e rimarrà sempre quel ragazzo che con il numero 7 sulle spalle incantava il mondo intero con il suo destro fatato.

Auguri Luis.

 

This post was last modified on 5 Novembre 2016 11:55

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