Quando si ha un pallone tra i piedi le cose che possono essere eseguite sono molteplici.
O si esegue un tiro preciso, o si interviene sul pallone in maniera scomposta oppure come nella maggior parte dei casi, lo si tiene tra i piedi e quel che succede, succede..
Nel caso di un giocatore in particolare la cosa da fare con questa sfera era solamente una: inventare. Giocate fantastiche oppure reti incredibili, da centrocampo o dal dentro l’area, da calcio di rigore o su punizione… nulla cambiava, il suo sinistro faceva paura.
Oggi è il compleanno del “Chino” Alvaro Reco
IL RICORDO VENEZIANO
A Venezia lo ricordano ancora con amore, quel giovane ragazzo che in 19 presenze fece 11 reti nella stagione 98-99 contribuendo alla salvezza della squadra. Quel Venezia aveva giocatori che oggi possiamo solo ricordare con nostalgia, come Maniero che in una intervista si aprì il cuore raccontando del Chino: “In quella squadra si parlava più il dialetto veneto che l’italiano: Pavan, Dal Canto, De Franceschi, io. Una squadra di veneti. La nostra parlata – o con le buone o con le cattive – veniva assimilata anche dagli altri alla fin fine. E col tempo pure Recoba l’ha imparato”. Ma il Chino “accusava” le partite importanti? Come le viveva?: “Con la solita flemma. Era tranquillissimo, sempre! Non gli pesava mai. Che fosse stata l’ultima in classifica o la prima era indifferente per lui. Forse era talmente forte a livello psicologico che sapeva come sarebbe andata a finire. In quei sei mesi non ha mai sbagliato una partita penso”. Personaggio unico.
MORATTI, MANCINI E L’INTER
All’Inter sotto l’ala protettrice di Moratti riuscì a siglare gol meravigliosi, su tutti quello contro l’Empoli. Un tiro da oltre centrocampo. L’ex presidente interista alla domanda su chi amasse di più tra lui e Ronaldo rispose: “Chi ho amato di più tra lui e Ronaldo? Ronaldo era il più grande giocatore del mondo e lo ammiravamo per questo, mentre Recoba non ci aspettavamo fosse così forte. Allora forse alla
Ezra Pound disse: “Il genio è la capacità di vedere dieci cose dove l’uomo comune ne vede una o dove l’uomo di talento ne vede due o tre”, Alvaro aveva questa dote, aveva la capacità di guardare oltre il possibile.
Auguri Alvaro.
Emanuele Giubilei
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