La bandiera giallorossa Roberto Rizzo ha ereditato la guida tecnica da Padalino al termine della regular season. Il mister leccese ha sfoderato gli occhi del lupo, necessari per preparare l’assalto all’Artemio Franchi, dove si svolgerà la finale. E con un 4-3-3 pragmatico che vede come bocche da fuoco Doumbia-Caturano-Torromino, nemmeno l’impossibile fa paura.
Al secondo turno dei palyoff attende la vincente tra il Gubbio e la Sambenedettese del bomber Mancuso. Il tasso tecnico notevole e l’incontenibile voglia di Serie A dell’ambiente possono fare la differenza. Certo, condizione fisica è davvero un dilemma amletico. Se il Lecce supererà con carattere e orgoglio le amnesie difensive manifestate nel Girone C, allora per le avversarie sarà triste Firenze.
Il leggendario stadio Ennio Tardini può ospitare più di venticinquemila voci desiderose di rivincita. Il fallimento societario del 2015 è ormai lontanissimo e i fasti del passato più vicini. Al secondo turno dei playoff gli emiliani affronteranno la vincente tra Piacenza e Como. Se sarà Parma-Piacenza o Parma-Como, bisognerà comunque riavvolgere il nastro dell’amarcord: quattordici anni fa erano rusticane contese da massimo campionato.
I parmigiani sono, dopo il Lecce, il team con più chance di vincere i playoff. Non parla solo storia, ma altresì le qualità tecniche e morali. La condizione atletica poi dà una sicura sensazione: il Parma non è di certo cotto.
La squadra ha depauperato punti su punti, Braglia è stato esonerato, e l’arrivo di Bepi Pillon non ha evitato la debacle: il torneo lo vince la Cremonese di Tesser in una specie di 5 maggio della Pro. Ma adesso si riparte da zero. I piemonetesi affronteranno al secondo turno dei playoff la vincente di Siracusa e Casertana, piazze vulcaniche, ma alla portata.
Pillon cercherà di far fruttare il 4-4-2, in trazione offensiva 4-2-4, dove le ali Iocolano e Marras sono pronte ad offrire cross in quantità industriale per la coppia di bomber. Il team non ha ancora raschiato il barile, le energie da spendere sono cospicue, però è l’aspetto mentale che preoccupa gli afictionados. Per questo, nonostante la forza d’urto offensiva, i grigi partono in terza fila, dietro ai giallorossi salentini e ai gialloblu crociati.
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