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Serie A

Si va verso il REM: un reddito di emergenza per almeno 10 milioni di lavoratori

“Un reddito di emergenza dotato di una potenza di fuoco di 6 miliardi e con due obiettivi: da una parte aumentare la quota di 600 euro prevista per i lavoratori autonomi, dall’altra estendere gli aiuti anche ai cosiddetti sommersi. “

Così il quotidiano Il Giornale spiega nel dettaglio l’iniziativa di cui ha parlato il ministro Gualtieri nelle scorse ore. Sicuramente tantissimi italiani erano da giorni in attesa di sviluppi del genere, che pare stiano arrivando. Come analizzato dalla rivista online Open, si chiamerà REM: Reddito di emergenza, ed andrà ad incrementare di 6 miliardi quel fondo per l’emergenza del coronavirus con il quale il governo ha pensato di sostenere i lavoratori autonomi. Il REM andrà dunque a quelle categorie di lavoro grigio come i precari, irregolari, stagionali, badanti, baby-sitter”

Ne parla anche La Repubblica, che spiega: “Come dettaglia il Ministero del Lavoro, il provvedimento prevede che il bonus andrà chiesto alla propria cassa e sarà erogato a chi ha avuto redditi fino a 35mila euro o, tra 35 e 50mila, abbia subito cali di attività di almeno il 33% nei primi 3 mesi 2020. “

Spiega invece il ministro Catalfo: “Si tratta di un primo intervento per fronteggiare immediatamente la situazione di emergenza, siamo già al lavoro sulle nuove misure per il decreto aprile, dove l’obiettivo è di prevedere, per queste categorie di lavoratori, un indennizzo di importo superiore”

Sempre La Repubblica, aveva ieri spiegato come il decreto stabilisce che questo importo sarà riconosciuto: a) ai lavoratori che abbiano percepito, nell’anno di imposta 2018, un reddito complessivo non superiore a 35mila euro e – si legge in una bozza del decreto – “la cui attività sia stata limitata dai provvedimenti restrittivi” scattati con l’emergenza sanitaria; b) ai lavoratori che, sempre nell’anno di imposta 2018, abbiano percepito un reddito complessivo compreso tra 35mila e 50mila euro e abbiano cessato, ridotto o sospeso la loro attività autonoma o libero-professionale di almeno il 33% nel primo trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, sempre a causa del virus COVID-19.

This post was last modified on 29 Marzo 2020

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