Nuovo San Siro, stop burocrazia e paroloni: vi spiego la situazione come l'ho spiegata a mio padre (LaPresse) - rompipallone.it
La situazione dello stadio milanese è sempre più al centro delle polemiche: cerchiamo di affrontare il tema con chiarezza, evitando di confondervi ancora
Immaginate di sedervi a tavola con vostro padre, tifoso del Milan o dell’Inter, e di dovergli spiegare perché il vecchio tempio del calcio italiano sta per cambiare faccia. Il primo passo sarebbe quello di non usare tecnicismi, ed essere chiari e diretti: questo è quello che cercheremo di fare, spiegandovi come stanno le cose in maniera semplice.
Partiamo dall’inizio. I due club, stufi di aspettare, hanno bussato alla porta del Comune con un’idea concreta: niente di faraonico, ma un colosso da 71.500 persone, con le tribune ripide quanto basta per far sentire ogni tifoso protagonista.
Il tema importante del documento presentato al Comune, è la volontà di rendere lo stadio un posto da vivere oltre i 90 minuti. Bar e ristoranti, angoli per comprare la sciarpa del cuore senza code infinite, e accessibilità totale: percorsi per tutti, famiglie comprese. Sotto il palco, invece, ci saranno parcheggi sotterranei per 1.600 macchine, per evitare di bloccarsi nel traffico post-partita.
Ma il vero colpo di genio è la parte green: 140.000 metri quadrati di spazi verdi, di cui 52.000 di verde profondo, costruiti con materiali all’avanguardia, basso consumo energetico, e zero sprechi. Insomma, un esempio per l’Europa: sarà un business che gira 365 giorni l’anno, con concerti, eventi e il classico merchandising che fa lievitare i conti in banca.
E i presidenti? Paolo Scaroni del Milan e Beppe Marotta dell’Inter non stanno zitti. Nelle ultime ore, hanno sparato frasi che suonano come un campanello d’allarme: senza un’intesa rapida, saluteranno Milano e guarderanno altrove. “Sarebbe un danno per tutti”, ha lamentato Marotta a Dazn, criticando poi l’intera gestione sportiva della città: “lasciar correre” ha fatto perdere l’occasione di ospitare la finale di Champions e gli Europei del 2032.
E se salta tutto, non solo perderemmo un’icona, ma le due squadre potrebbero addirittura finire in periferie o peggio, fuori regione. Insomma, il vecchio San Siro ci ha dato emozioni eterne, ma ha i suoi anni sulle spalle. Demolirlo quasi del tutto farebbe male al cuore, ma questo nuovo capitolo potrebbe essere il rilancio che meritano i tifosi: un posto dove il derby resta sacro, ma con un’idea moderna e sostenibile.
This post was last modified on 24 Settembre 2025 16:44
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