Le società del calcio moderno peccano spesso di poca pazienza. La voglia di ottenere risultati nel minor lasso di tempo possibile induce spesso le dirigenze a commettere degli errori in sede di calciomercato, ed ognuno di questi è seguito da un polverone di critiche provenienti dalla stampa e dal tifo. Per i diretti interessati, i calciatori scaricati senza aver avuto la possibilità di esprimere il loro vero talento, resta invece il dolce sapore di una rivincita conquistata. Proviamo dunque a ripercorrere 10 storie di talenti incompresi.
Leonardo Bonucci oggi è una bandiera della Juventus, ed è considerato uno dei difensori più forti al mondo, ma è un prodotto del settore giovanile degli eterni rivali dell’Inter. La società nerazzurra non riuscì a comprendere il suo talento, ed il suo cartellino fu usato come contropartita nell’affare che portò Thiago Motta e Diego Milito dal Genoa sulle sponde del Naviglio nell’estate del 2009. La quotazione del cartellino fu di 4 milioni.
Quella di Manolo Gabbiadini è forse la storia più recente. La sassata col mancino che si insacca in fondo alla rete, all’esordio con la maglia del Southampton, racchiude tutta la rabbia accumulata nelle due stagioni di incomprensioni tecniche sotto l’ombra del Vesuvio, o meglio, dietro l’ombra di Higuain prima e del duo Milik-Mertens poi. Probabilmente di rabbia nel piede di Manolo ce n’è ancora un po’.
Relativa all’ultima sessione di mercato anche la storia di M’Baye Niang, per la seconda volta mandato a farsi le ossa lontano da Milanello. In rossonero non si è mai rivelato costante, ma il francese quando viene mandato in prestito, sembra brillare di una luce diversa: la sua parentesi al Genoa del 2015 fu da incorniciare, e sembra essere cominciata col verso giusto anche la sua nuova avventura in prestito al Watford. Questa volta, però, di Niang a Milano potrebbe tornare soltanto una cartolina con i saluti, visto il forte interesse mostrato dagli inglesi per riscattare il giocatore.
Il percorso contrario, dall’Inghilterra all’Italia, ha consentito a Shkodran Mustafi di cambiare la sua carriera. Il forte difensore della Nazionale tedesca, con la quale si è laureato campione del mondo, ha collezionato pochissimi minuti con la maglia dell’Everton, tanto da concordare con l’attuale manager del club di Liverpool, David Moyes, la risoluzione del contratto. Probabilmente l’ex Sampdoria ripensò a quel momento alzando quella coppa sotto il cielo di Rio.
Sono rare le fiammate di Mateo Kovacic che si possono ricordare nel campionato italiano. L’Inter di Stramaccioni lo portò in Serie A strappandolo alla concorrenza del Real Madrid nel gennaio del 2013, ma il giocatore non è mai riuscito a diventare fondamentale nei piani dei nerazzurri. L’arrivo di Roberto Mancini dà il via libera alla cessione per quasi 30 milioni proprio alla squadra spagnola, dove, dopo il primo anno di alti e bassi, il croato sembra finalmente aver preso coscienza del suo talento.
Destini simili quelli di Matteo Darmian e Kamil Glik. I due furono “compagni di panchina” nel Palermo di Delio Rossi, ed in seguito ceduti al Torino dove riuscirono a trovare la loro dimensione ideale. Oggi Darmian è di proprietà del Manchester United, mentre il centrale polacco è uno degli uomini chiave del Monaco.
Vai via dal Chelsea ed avrai successo! Lo sa bene Mohamed Salah, fuori dai piani del club di Abramovich, e quindi sbarcato a Firenze nell’ambito dell’operazione Cuadrado, diventando subito uno dei maggiori talenti della Serie A. Anche il colombiano ha declinato l’offerta di una panchina con té alle cinque, facendo immediato ritorno in Italia, questa volta sponda Juventus.
Fantasmi di loro stessi nella capitale, e quindi scaricati dalla Roma, le fortune del Torino e di Belotti, in questa stagione, passano indubbiamente dai piedi di Iago Falque e Adem Ljajic: 14 gol e 5 assist sono il bottino complessivo che il duo fantasia ha portato in dono al popolo granata.
“Non sei adatto al nostro tipo di gioco Mauro!” La carriera di Mauro Icardi comincia nella cantera del Barcellona, fucina di talenti spesso promossi in prima squadra. I blaugrana esclusero l’attuale capitano e centravanti dell’Inter dai loro progetti futuri, perché non adatto a ricoprire il ruolo di “falso nueve”, perdendo così quello che oggi è uno dei migliori attaccanti in circolazione.
L’avventura di Keita Balde Diao con il Barcellona si concluse per colpa di alcuni cubetti di ghiaccio messi nel letto di un compagno. Uno scherzo costato caro al ragazzo, allontanato dalla cantera blaugrana, ma forse ancor di più alla squadra: a nulla sono valsi i tentativi di riavvicinamento durante la gestione di Pep Guardiola, Keita ormai vuole diventare un fuoriclasse lontano da quel Barcellona che lo scaricò. Le sue giocate con la maglia della Lazio sembrano suggerirgli che è sulla buona strada.
