Generazione PES: chi abbiamo amato e chi continueremo ad amare

Con il ritiro annunciato di Cissé, un’altra pedina importante del calcio attuale ci lascia privi di cuore, passione ed amore per questo sport. In poche settimane abbiamo mandato giù a fatica i ritiri dei campioni che abbiamo imparato ad ammirare ed apprezzare come Gerrard e Lampard, i signori Liverpool e Chelsea, l’Inghilterra d’eccellenza. O il magico Ronaldinho, tanto bello da vedere quanto assurdo nel suo declino finale.

Le generazioni degli anni 80 e 90 sono cresciute guardando le loro partite, nazionali o club che siano, per poi sognare di diventare come loro. Solo i videogiochi però permettevano di essere come loro, davvero loro. E in quegli anni il re incontrastato del calcio virtuale era Pro Evolution Soccer, in arte PES. Ogni possessore sano di Playstation 2 ne aveva uno. Quando non eravamo impegnati con Castolo and friends, le amichevoli tra amici vedevano sempre loro protagonisti (anche perché, ammettiamolo: non è che ci fossero poi tante altre alternative!) e tra una discesa sulla fascia di Cafù, una bordata da fuori di Adriano e un lancio illuminante di Xavi, i nostri pomeriggi volavano liberi e felici, fregandocene ampiamente dei compiti, dei professori e delle mamme che ci sgridavano.

Con il ritiro di Lahm se ne va un’altro di quelli che a PES mettevamo sempre titolari, o che trattavamo in fase di calciomercato per averlo disperatamente (disposti a vendere l’intera rosa e svenarsi con lo stipendio pur di avere uno di loro). Riviviamo insieme un’ipotetica formazione, con i nostri amici in vesti virtuali, come noi li vedevamo nelle nostre piccole tv in cameretta. Chissà quanti ne mancheranno, penserete voi…

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