Triste storia di un foggiano a Lecce: Pasquale Padalino esonerato

Lecce non perdona. Lo sa bene il Fantastico One Antonio Conte e da oggi lo ha imparato anche Pasquale Padalino. Nato a Foggia il 26 luglio del 1972 e cresciuto calcisticamente nei “satanelli“.

Ha ricevuto il battesimo in Serie A nell’indimenticabile squadra di Zeman nei primi anni Novanta. Lì si è trasformato in stoico difensore, senza infamia né gloria, a dirla tutta. Dopo una carriera itinerante in giro per l’Italia, si siede sulla panca tecnica: secondo di Ventura a Pisa e mister in proprio a Nocera Inferiore.

Dopo la Nocerina arriva il sogno di una vita: allenare il suo Foggia. Ma dal 2012 al 2014 i risultati non sono quelli sperati: riprende a girovagare tra Grosseto, Matera e in ultima istanza si ferma a Lecce.

Nel Salento tutti attendono con trepidante spasmo la fuga dall’inferno della Lega Pro, cinque stagioni di sofferenze non si cancellano facilmente.

Padalino ripropone un 4-3-3 di matrice zemaniana (sulla carta), nel quale a inizio stagione brillano Caturano e Torromino. Però in campo spesso manca l’intensità totale e l’agonismo verace che risulta essenziale per la categoria.

Bisogna dire che il team giallorosso macina risultati, registrando una media superiore ai due punti a partita. Oro colato per le ultime stagioni leccesi. Si arriva con altisonanti aspettative allo scontro diretto per le sorti del campionato: 19 marzo 2017, Foggia-Lecce allo Zaccheria.

Pasquale Padalino ai tempi del Foggia
Pasquale Padalino

Eh si, proprio il suo stadio, quello che potrebbe consacrarlo come tecnico rampante delle serie minori oppure tacciarlo come un pirla qualunque della panchina.

Il suo Lecce, tra migliaia di aspettative, non scende proprio in campo: 3-0 devastante. I tifosi non accettano l’atteggiamento troppo amichevole del loro mister alla fine del derby, e lo cancellano dai loro pensieri.

Serviva un altro animus pugnandi, ribaltare completamente gli spogliatoi, ma questo non avviene.

Il cuore pulsante del tifo salentino non digerisce la reazione al capitombolo dopo scontro al vertice e non gli perdona le origini foggiane. Parte una guerra tra tifo e mister, il coro è unanime: Padalino vattene!

Oggi osserviamo la parabola tristissima di un uomo distrutto professionalmente dalla piazza della sua vita. Il Pad non avrà l’occasione di portare a compimento la sua stagione.

Padalino ritorna nella sua Foggia da sconfitto

24 aprile 2017, l’Unione Sportiva Lecce riunisce gli Stati Generali per prendere una decisione clamorosa: l’esonero di Pasquale Padalino.

Fatale risulta la partita persa contro il Messina di Lucarelli e Conticchio ieri al Via del Mare, la goccia che ha polverizzato un vaso ormai in caduta libera.

Il Lecce verrà affidato a Roberto Rizzo, già allenatore dei licantropi in Serie A nel 2006, e storico coach della primavera leccese campione d’Italia nel 2004.

Il microuniverso Lupiae si prepara all’ombra infuocata del Barocco a vivere il melodramma dei playoff da favorita. Lo dicono i 72 punti in 36 giornate nel girone C, lo conferma la forma non esaltante del Parma, altra grande provincia del mini-torneo imminente.

Rimane l’implacabile disarmo di un foggiano improvvisatosi leccese, travolto dall’odio scrosciante dei suoi ex tifosi. Piazza fulminante quella giallorossa: ama follemente, odia strenuamente e detiene memoria da elefante.

Padalino è solo l’ultima vittima sacrificale di un popolo calcistico mosso da fieri e indomabili sentimenti. Ormai, lo scuro mister del Gargano, rappresenta un rovente passato.

L’unica immagine acustica – presente da un lustro – nella mente dei leccesi è questa:

Serie B.

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