Skriniar fa chiarezza sul suo futuro: “Nuova esperienza? Vi dico tutta la verità”

“Inzaghi come un compagno di squadra, ci capisce, ci parla, scherza e ride con noi. Rinnovo? Non ne abbiamo ancora parlato, ma all’Inter sto bene”. Nel corso della lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, il difensore nerazzurro Milan Skriniar si è soffermato su diversi argomenti, dalla sua infanzia al suo passaggio all’Inter, fino alla sfida di Champions League in programma con il Liverpool. Queste le sue parole:

Milan Skriniar

INFANZIA – “Mio nonno, mio padre, mio fratello, tutti giocavano a calcio. Ho trasformato in un lavoro il mio sogno di bambino, mi pagano anche. All’inizio facevo pure gol, giocavo in attacco. Poi piano piano sono arretrato, fino in porta”.

PRIMO RICORDO ITALIANO – “Non parlavo italiano. C’era uno slovacco, David Ivan, traduceva. Dopo 4 mesi se n’è andato, era dura. Non mi allenavo con la prima squadra, al massimo facevo il torello con i grandi. Ero triste, in Slovacchia giocavo sempre”.

PASSAGGIO ALL’INTER – “Se pensavo di vincere lo scudetto? Ci speravo. Sapevo di venire in un club storico, anche se era in difficoltà. C’era Spalletti e voleva puntare più in alto”.

CAPITOLO ALLENATORI – “Giampaolo spiega tutto, devi tenere la linea al millimetro, guardare i compagni: mi ha insegnato tanto. Spalletti giocava più o meno nello stesso modo. Conte un martello, ti inculca la mentalità vincente, la assimili pure se non vuoi. Inzaghi è come un compagno di squadra, ci capisce, ci parla, scherza e ride con noi. Con lui siamo più liberi, si vede in campo. Come terzo di difesa mi trovo anche in attacco. Con Conte invece si scherzava sì, ma di più quando avevamo già vinto lo scudetto.”

ESPERIENZA ALL’ESTERO – “Una nuova esperienza all’estero non è mai male, ma all’Inter e a Milano sto bene. Non penso di andare via, sono contento. Però non si sa mai che succede. Di rinnovo non ne stiamo ancora parlando, ho il contratto fino al 2023″.

AVVERSARIO PIU DIFFICILE – “Lukaku, per fortuna mi toccava solo in allenamento. È grosso, veloce, completo: non ce n’è un altro così forte e rapido. Dzeko era tosto, difende palla benissimo. Ma anche Suarez e Benzema, due diavoli. Adesso affronto più esterni: Vinicius, Hazard. In Italia mi viene in mente Chiesa. Poi Messi e Ronaldo sono il top, i più forti di tutti”.

PREPARAZIONE – “Studio. Guardo video, parlo con i compagni per capire movimenti, finte, ma sono così bravi che possono sempre fregarti con un mossa”.

MOMENTO DIFFICILE SCORSA STAGIONE –  Quando siamo usciti dalla Champions è stato brutto. Però alla fine ci aiutato a vincere lo scudetto. L’eliminazione ci ha unito e messo dentro un grande senso di rivincita .

LUKAKU E HAKIMI –  Se ne parlava. Hakimi non ha neanche ricominciato con noi. Lukaku ce lo diceva che se ci fosse stata la possibilità sarebbe partito. Poi la società ha preso ottimi giocatori .

LEGAMI NELLO SPOGLIATOIO –  Bastoni e Dimarco, ma anche Barella, Cordaz, Ranocchia. Stiamo tanto in ritiro e almeno con un gruppo di dieci si condivide tutto .

ERIKSEN –  Ero all’Europeo. Guardavamo la tv, il telecronista parlava russo, non capivo nulla, vedevo un giocatore a terra. Poi dall’Inter mi hanno tranquillizzato. Facciamo un lavoro bellissimo, siamo pagati bene, ma la vita è una. Ci ho riflettuto tanto, ma non voglio pensare che potrebbe succedermi una cosa simile .

EUROPA –  In serie A si lavora molto sulla tattica, non si gioca avanti e indietro ma più con la testa. Gli inglesi vanno, vanno, vanno. Con il Real abbiamo fatto bene, poi prendi gol su un tiro da 25 metri all’incrocio. Con certe squadre devi capitalizzare l’occasione .

SFIDA CON IL LIVERPOOL –  Credo in questa Inter, possiamo fargli male, soprattutto a San Siro. Arriviamo pronti anche se il calendario di gennaio febbraio è tostissimo».

SCUDETTO – «Favoriti? Penso di sì. Passa tanto dal gruppo, noi siamo uniti .

SANTO ROMEO

Impostazioni privacy