Caso Ronaldo, Ten Hag tuona: “È la seconda volta che succede, devono esserci conseguenze!”

Erik ten Hag ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della partita con il Chelsea. Sfida che, oltre all’importanza storica, è fondamentale per i Red Devils nel tentativo di invertire la rotta in stagione. Tra le due squadre è un vero e proprio scontro diretto che vale la quarta posizione, decisiva per l’approdo in Champions League nella prossima stagione.

Manchester United, il caso Ronaldo

Come se non bastasse, alla difficile situazione dello United, si è aggiunto anche il caso Ronaldo. Il portoghese ha infatti abbandonato la sfida col Tottenham prima del fischio finale, rifiutandosi di entrare.

FOTO: Getty – Cristiano Ronaldo-Manchester United-Tottenham

Infatti le prime domande hanno riguardato proprio il comportamento di CR7. Ten Hag ha risosto così: “Sì, si è rifiutato di entrare. Siccome è la seconda volta che succede, devono esserci delle conseguenze. Per l’atteggiamento e la mentalità del gruppo è troppo importante che non ci siano comportamenti del genere. Sono io il responsabile, decido le regole e devo farle rispettare. Ciò che diciamo tra di noi resta tra di noi, lui è comunque importante nella rosa”.

Per chiudere il discorso su Ronaldo, ten Hag ha concluso in questo modo: “Domani ci mancherà, ma dobbiamo essere concentrati sul Chelsea. Sono cose che accadono nel top del calcio. Ci sono sempre voci e rumors, devi essere concentrato”.

Manchester United-Chelsea, la partita

Ovviamente la conferenza si è concertata anche sulla sfida, una delle classiche della Premier League degli ultimi anni. La sfida vale, come detto, la quarta posizione: la terra promessa chiamata Champions League, che tanto cara è a CR7.

FOTO: Getty – Potter-Chelsea-manager

Sul Chelsea “Giocare in trasferta non è mai stato un problema per me. C’è un campo, c’è un arbitro e siamo undici contro undici. Ci sentiamo forti e supportati dai nostri tifosi”.

Su Potter “Ora so molto di più su di lui. Abbiamo perso all’esordio con Brighton perché no eravamo preparati. Tuttavia non è una lotta tra allenatori”.

Enrico Coggiola

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