Figc, dopo il caso D’Onofrio una riforma del sistema giudiziario: la situazione

Una scossa di non indifferenti proporzioni ha tormentato come di improvviso il mondo calcistico italiano, con gravi danni alla stessa reputazione della classe arbitrale. Questa la drammatica situazione che grava sul settore nell’ultimo periodo, in particolare esplosa dopo il clamoroso caso di arresto per droga dell’ex procuratore dell’Aia Rosario D’Onofrio. Una notizia per cui il presidente della Figc Gabriele Gravina interverrà seriamente, in modo da limitare il più possibile i danni per il mondo del calcio, come riportato sulla Gazzetta dello Sport.

Delle dinamiche che non saranno sicuramente del tutto facili da digerire per il settore calcistico, quelle del caso D’Onofrio, che hanno così spinto alla realizzazione di una riforma. Proprio per questo, domani mattina ci sarà la prima convocazione di un Consiglio federale d’Urgenza, voluto da Gravina stesso, in modo da mettere in atto dei significativi cambiamenti al sistema, mai come ora dovuti.

Gravina - Figc - Caso D'Onofrio
Gravina – Figc – Caso D’Onofrio (Photo by Antonio Masiello/Getty Images)

Lo stato della classe arbitrale dopo il caso D’Onofrio: la riforma voluta da Gravina

Tra i punti richiesti da Gravina, sarebbe necessaria una riforma del sistema giudiziario stesso, considerando anche che l’associazione italiana arbitrale ne possiede uno del tutto scisso da quello della Figc, che regola invece le altre questioni legate al calcio. Delle condizioni per cui gli arbitri sarebbero i soli a non passare dagli organi di giustizia della Federazione, con i comportamenti della Procura arbitrale verificati invece appositamente dal Comitato nazionale.

Da qui si potrebbero comprendere le precedenti falle nella verifica e analisi del caso D’Onofrio. Già nel 2020, infatti, dopo l’arresto dell’ex procuratore, l’Aia stessa non avrebbe avuto gli strumenti per poter esercitare legalmente un controllo di verifica per il traffico di droga. Dei poteri che invece ora la Figc ha, con la concreta posizione di far rientrare la giustizia arbitrale all’interno di quella federale.

Un’ambigua situazione ancora tutta da vedere nel suo proseguimento, viste anche le recenti accuse all’ex procuratore, come riportato su laRepubblica, di un suo ruolo primario anche in squalifiche e dimissioni all’interno dell’Aia. Il caso non potrà naturalmente non avere significative conseguenze nel mondo sportivo.

Liliana Longoni

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