Iran, che coraggio per Taremi: il campione della nazionale sfida il regime di Teheran

Non si placano le proteste in Iran contro il regime sempre più opprimente.

Come tutti sanno, la rivolta è partita dopo l’uccisione del 16 settembre scorso di Mahsa Amini, ritenuta “colpevole” di non indossare correttamente l’hijab.

Da questo episodio è partita la ribellione del popolo iraniano, repressa con il sangue dallo Stato.

Le ultime vittime, Mohammed Mehdi Karami e Mohammad Hosseini, sono state impiccate all’alba di sabato dopo essere stati accusati di aver partecipato all’omicidio di un paramilitare.

Anche i calciatori iraniani, durante gli ultimi Mondiali, hanno deciso di opporsi al regime islamico: è emblematica l’immagine della formazione persiana, prima del match d’esordio contro l’Inghilterra, in silenzio durante l’inno nazionale.

Taremi Iran
Nazionale Iran (Getty Images)

Iran, Taremi contro il sistema politico: “La giustizia non può essere fatta con un cappio”

Dopo l’episodio dell’inno, non tutti i giocatori si erano schierati a favore di tale presa di posizione.

Tra questi Mehdi Taremi, attaccante del Porto e stella della selezione iraniana. A novembre Taremi, appartenente a una famiglia conservatrice, aveva dichiarato l’esigenza di tenere lontani sport e politica.

Dopo le impiccagioni di sabato, però, anche il numero 9 ha denunciato l’oppressione affermando: “La giustizia non può essere fatta con un cappio”.

Sempre più protagonisti dello sport locale si uniscono quindi al dissenso contro il regime.

Partecipe alle sommosse anche l’ex calciatore Amir Nasr-Azadani, condannato a un totale di 26 anni di prigione (5+5+16) per assembramento e cospirazione che hanno portato a crimini contro la salvaguardia nazionale e per il coinvolgimento nell’uccisione di tre agenti della sicurezza.

Francesco Flaùto

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