Retegui: “L’Italia è un sogno”, poi il commento sull’approdo in Europa

Tra le grandi scoperte di questo inizio 2023 c’è senza dubbio Mateo Retegui, l’oriundo di origini argentine convocato dal CT Roberto Mancini per affrontare le gare di qualificazione a EURO 2024 contro Inghilterra e Malta.

L’attaccante del Tigre ha ben figurato con due reti, che fanno ben sperare in vista della prossima convocazione. Grazie alle sue prestazioni diverse squadre europee hanno messo gli occhi su di lui, e proveranno a portarlo nel Vecchio Continente durante la prossima sessione estiva di calciomercato.

Le dichiarazioni di Retegui

L’attuale capocannoniere ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, di seguito quanto dichiarato:

Sulle caratteristiche tecniche:

A me non piace descrivermi, preferisco che siano gli altri a farlo. Sono molto autocritico con me stesso e lavoro forte per migliorarmi, perché a livello fisico come mentale, puoi sempre provare a fare qualcosa di più. Il mio mantra è che le mie virtù siano sempre migliori e che i miei difetti divengano virtù. L’obiettivo in campo è che ogni cosa che faccio sia la più naturale possibile.

FOTO: Retegui Tigre

Pressione?

Qualcosa che amo, che cerco. Non mi fa paura, anzi. Più pressione ho addosso e meglio reagisco.

Sul mancato approdo al Boca durante la scorsa stagione, nonostante il titolo di capocannoniere:

È la prima volta che lo racconto: il contratto con il Tigre è di due anni, ma il Boca lo scorso novembre aveva l’opzione per richiedermi. Però non si è fatto sentire nessuno. Alla ripresa degli allenamenti a fine dicembre ho parlato con Diego Martinez (l’allenatore; n.d.r), dicendogli che il Tigre per me è più di un club e che, a meno che la società per motivi economici non avesse accettato un’offerta dall’estero, sarei voluto rimanere. Poi a gennaio, poco prima dell’inizio del campionato, Hugo Ibarra (fino a una settimana fa allenatore del Boca; n.d.r.) mi ha detto che era interessato a me già per questa stagione, ma io avevo già dato la parola al Tigre. Per rispetto verso il presidente, tutta la società, Martinez e i miei compagni, a quel punto avrei accettato solo di andare all’estero.

Retegui racconta il primo incontro con Mancini

Un giorno a inizio anno stavo tornando da un allenamento e papà mi chiama per dirmi che aveva una notizia molto importante. Ma non mi sarei mai immaginato una cosa così, nemmeno nel più bello dei sogni avrei potuto pensare di giocare per l’Italia, a Napoli, nello stadio che porta il nome di Diego Armando Maradona. Non appena papà mi ha detto che Roberto (Mancini; n.d.r.) mi voleva, il mio sì è arrivato velocissimo, non c’era molto da pensarci.

FOTO: Mateo Retegui

Con Mancini prima di venire in Italia ha parlato solo mio papà. Con Roberto abbiamo poi parlato tanto a Coverciano, soprattutto di tattica e di come lui intende giocare. Devo ringraziare lui, tutto lo staff tecnico e i miei compagni per come mi hanno accolto e fatto sentire. Non mi sarei mai immaginato di vivere tutto questo. Ho provato a sfruttare al massimo ogni giorno per conoscere l’ambiente e iniziare a capire meglio il calcio europeo, che è molto diverso da quello argentino: è più veloce, dinamico, intenso. Si adatta a me, mi piace molto. Adesso l’obiettivo è di prepararmi ancora meglio a livello fisico e mentale se l’Italia mi dovesse richiamare.

Che idea si è fatto sull’Italia?

Ottima. È una squadra dura, molto fisica, mi piace molto. So che adesso tanti hanno molte aspettative su di me, ma io ne ho altrettante di giocare per quella squadra.

Messi o Maradona? Retegui non ha dubbi

Debuttare in quello stadio con la maglia dell’Italia è stato stupendo, è difficile da spiegare, per tutte le sensazioni che provavo quando sono entrato in campo, sentire tutta quella gente. Bellissimo. Avrei solo voluto vincere, sarebbe stato il debutto perfetto.

Messi o Maradona?

Tutti e due. Io non ho vissuto la storia di Diego come giocatore. L’ho incontrato giocando il Clasico con l’Estudiantes quando lui era l’allenatore del Gimnasia, vincemmo 1-0 con il mio gol. Ne ho fatti tanti, ma per me quello resta il gol più importante della mia carriera. Ho fatto una bella foto con Diego quel giorno, anche se lui non era propriamente felice. Però non posso scegliere tra lui e Leo, sono i due più grandi della storia.

A chi si ispira?

Tanti che guardo e che ammiro. Haaland del Manchester City è uno di quelli, un 9 letale che mi piace tantissimo. Poi Lewandowski, Ibrahimovic, sono tutti molto completi. E sono dei leader.

Io leader? Uff, domanda difficile questa: nel Tigre ci sono giocatori di grande carisma e storia, penso a Seba Prediger, Gonzalo Marinelli o il “Pato” Galmarini, che si è ritirato da poco: loro sono un esempio da seguire, fondamentali. Mi piacerebbe essere considerato uguale, ma non sono io a doverlo dire.

Ora nel tempo libero Retegui dovrà cominciare ad apprendere la lingua italiana:

Lo sto già facendo. In realtà lo capisco perfettamente e lo parlo già. Ma siccome sono un perfezionista, mi vergogno a farmi sentire fino a che non lo parlerò davvero bene. Lo stesso per l’inglese.

La reazione della stampa argentina alla chiamata dell’Italia, poi il commento sul possibile trasferimento in Europa

Sono stati tutti molto felici. Beh, ci sarà chi non l’ha presa bene , ma in generale sono contenti per quest’opportunità. Per me e per la mia famiglia è un orgoglio.

FOTO: Mateo Retegui Nazionale

Sul trasferimento in Europa quest’estate:

Sì, il presidente Melaraña ha detto che a luglio potrebbe essere probabile che io venga ceduto. A me piace molto l’idea, è un sogno per tutti quelli che giocano a calcio, i più grandi sono in Europa.

Per quale squadra italiana tifa?

Ah, tante. Ci sono grandissimi club, mi piacciono tutti.

Sull’interessamento dell’Inter:

Non c’è niente di concreto e non so cosa stia succedendo, è papà che si sta occupando del futuro. Io con la testa sono al 100% sul Tigre. Giovedì (la notte scorsa; n.d.r.) esordiamo nella Copa Sudamericana (la nostra Europa League; n.d.r.) in casa contro i brasiliani del San Paolo, poi domenica saremo in trasferta contro il Godoy Cruz. La mia attenzione è tutta qui.

Sul derby di mercato Milan Inter:

Non so se sia vero. Ripeto, se ne sta occupando mio papà con i dirigenti del Tigre.

Non solo Inter, ma anche l’interesse da altri campionati europei, quale sarebbe il migliore?

Dove sia meglio per me. Mi piacerebbe molto venire in Italia, ma è ancora molto presto. Però sarebbe bellissimo diventare un protagonista del campionato, uno che segna tanti gol. Come mi piacerebbe segnarne tanti anche per l’Italia, una delle nazionali più importanti della storia.

Sulla prossima convocazione, il 15 giugno in Nations League:

Io so solo che muoio dalla voglia di esserci, ma è Roberto che deve deciderlo.

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