Altro caso Eriberto, ha falsificato l’età e il nome: scoppia lo scandalo nel calcio europeo

Shock per il calcio europeo: proprio come l’ex numero 10 del Chievo Verona, un giovane talento avrebbe dichiarato un’età e un nome falsi

Il Midtjylland, club famoso per il suo vivaio e per aver cresciuto talenti come Christian Eriksen, è finito al centro di uno scandalo che sembra parte di un film. Un loro giocatore, presentato come una giovane promessa, avrebbe falsificato età e identità, giocando per anni nelle squadre giovanili con sei anni in più di quelli dichiarati.

Un caso che richiama alla mente lo choc di Eriberto, il brasiliano che negli anni 2000 confessò di aver mentito sulla sua identità per giocare in Serie A. E che ora, potrebbe portare a complicazioni serie e provvedimenti disciplinari durissimi.

Nome ed età falsificati: scoppia il caso Alamara Djabi

Tutto è iniziato con un’inchiesta del quotidiano portoghese Público, che ha sganciato una vera e propria bomba. Alamara Djabi, centrocampista del Midtjylland, ufficialmente nato nel 2006 e pronto a spegnere 19 candeline, non sarebbe chi dice di essere. Secondo il giornale, il suo vero nome è Alamara Viriato, e non sarebbe un diciannovenne, ma un uomo di 25 anni, nato nel 2000.

Alamara Djabi
Nome ed età falsificati: scoppia il caso Alamara Djabi (instagram) – rompipallone.it

In pratica, mentre i suoi compagni di squadra nell’Under-19 sognavano un futuro da professionisti, lui avrebbe giocato con l’esperienza e il fisico di un adulto, falsando la competizione e ingannando tutti: compagni, allenatori, dirigenti.

La notizia ha fatto il giro del web in poche ore, lasciando i tifosi a bocca aperta. Come è possibile che un giocatore abbia potuto mentire così a lungo? La vicenda ricorda il caso di Eriberto, che nel 2001 confessò di essere Luciano, più vecchio di quattro anni rispetto ai documenti presentati. Il brasiliano giocò nel Palmeiras, poi a Bologna e Chievo, prima che la verità venisse a galla.

Se le accuse saranno confermate, le conseguenze potrebbero essere pesanti. FIFA e UEFA, che per ora tacciono, dovranno prendere una posizione. Anche dal club nessun commento ufficiale è ancora arrivato, ma le domande si accumulano. Tra i tifosi, c’è chi chiede spiegazioni immediate, temendo che lo scandalo possa macchiare la reputazione di una società modello, specie in ambito giovanile, come il Midtjylland.

Servono controlli più severi? Tutto da vedere, ma nel calcio giovanile, che dovrebbe essere il regno della meritocrazia, casi come questo fanno male a chi sogna di emergere con le proprie forze. E questa vicenda fa davvero riflettere sull’intero sistema del calcio giovanile.

Gestione cookie