De Laurentiis torna a far discutere: che frecciata dal presidente del Napoli

Aurelio De Laurentiis torna a far discutere con una proposta radicale sul futuro del calcio. Il presidente del Napoli, intervistato da ‘Class CNBC’, ha criticato il calendario internazionale e chiesto un limite d’età per la Nazionale, riservandola solo agli Under 23. Il motivo? Secondo il patron azzurro, i calciatori sono ormai sovraccarichi di impegni e il sistema attuale non tutela né i club né gli atleti. Un messaggio forte che divide il mondo del pallone e riaccende il dibattito sulla gestione del calendario.

La proposta del presidente del Napoli: solo Under 23 in azzurro

“Si gioca troppo. Per le Nazionali servirebbe un cap: dopo i 23 anni non puoi più andarci, così puoi anche scoprire i nuovi.”

Un’idea che punta a dare spazio ai giovani e a rendere più sostenibile la stagione dei club. Il presidente del Napoli ha definito la situazione “insostenibile” e ha invitato le istituzioni calcistiche a riformare il sistema.

De Laurentiis parla al microfono
Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, parla di una questione importante nel 2025

Si gioca troppo. I calciatori non ce la faranno più a fare 50, 60 o 70 partite all’anno. Non vogliono cambiare per paura di perdere la loro poltrona. E poi non c’è un sufficiente pagamento del prestito di un calciatore che 12 mesi all’anno prende lo stipendio da noi. Anche questo andrebbe regolamentato.”

Una critica diretta quindi al sistema FIFA, accusato di scaricare sui club i costi degli infortuni durante le partite internazionali. De Laurentiis ha sottolineato la necessità di tutelare i giocatori e di ridefinire i rapporti tra club e federazioni.

De Laurentiis non ci sta: “L’Europa deve cambiare”

“L’Europa deve cambiare. Secondo me è arrivato il momento. I vertici del calcio non vogliono, ma sarebbe ora di cambiare le regole del gioco e il format dei campionati.”

Un discorso che riflette la visione imprenditoriale di De Laurentiis: meno tornei, più qualità, più tutela dei calciatori. Il dibattito è aperto, ma ancora una volta il presidente del Napoli dimostra di non avere paura di rompere gli schemi.

Il presidente del Napoli conferma la sua vocazione riformista, capace di sollevare questioni che toccano il cuore del sistema calcistico. Le sue parole, tra provocazione e pragmatismo, pongono un interrogativo chiaro: fino a che punto il calcio potrà reggere questo ritmo senza cambiare davvero?

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