
L’ex difensore del Chelsea e dell’Arsenal, David Luiz, immortalato con la maglia del Pafos FC durante la stagione 2025
Quella di ieri del Pafos contro il Villarreal in Champions League è stata una vittoria storica. Per l’occasione, ai nostri microfoni, ha parlato quest’oggi Cristiano Giaretta. Il direttore sportivo del Pafos ha espresso enorme gioia e soddisfazione per la prima storica vittoria della sua squadra in Champions League. Il Pafos molto presto affronterà anche la Juventus, il Chelsea e altre big e il suo cammino è appena cominciato.
Prima storica vittoria in Champions League, contro una grande del calcio europeo: che notte è stata e quante emozioni ha vissuto insieme alla squadra, visto che è costruita dal lavoro suo e del suo team e poi messa bene in campo dal tecnico Carcedo.
“Già la partecipazione è qualcosa di grosso per noi, figuriamoci una vittoria. È un’emozione continua in questi due anni. Ero al Watford, tra Championship e Premier League, sono arrivato nel dicembre 2023 attraverso una scelta molto combattuta e pensata. Queste serate mi ripagano della scelta, abbiamo alzato il livello tecnico e quindi anche l’appeal, vincendo la Coppa di Cipro dopo 6 mesi dal mio arrivo, poi il campionato, c’è stata la qualificazione in Conference League e ora quella in Champions League. Ieri sera è stata una notte molto emozionante. La Champions League è quella che un po’ mi mancava in tutte le competizioni che ho giocato da direttore. La musichetta della Champions League è un sogno, era un desiderio forte e per questo ho accettato l’offerta dei proprietari russi che mi hanno fortemente voluto”.
Domanda molto semplice ma in realtà super complessa: cos’è per lei e come nasce la favola Pafos?
“Il Pafos è un progetto nuovo, nato dalla fusione di due club nel 2014, i proprietari russi hanno comprato il club nel 2018 e già mi volevano nel 2022 per poi convincermi nel dicembre 2023. È un progetto nato dal zero, non era mai stato vinto nulla e ora stiamo creando delle fondamenta importanti. Lo sento come un mio ‘figlio’ questo progetto: noi direttori sportivi abbiamo la responsabilità nel bene e nel male. Sono stato contento di aver ascoltato e dato fiducia al progetto e all’ambizione dei proprietari russi”
Obiettivi futuri?
“Il nostro progetto tecnico è molto chiaro: qui i proprietari vogliono vincere. Era un progetto a breve termine che è andato bene. Convincere i giocatori venire a Pafos era molto molto complicato. Ora con le competizioni europee è un po’ meno difficile. Noi puntiamo a vincere sempre il campionato e la coppa cipriota o metterci tra le prime 3, e stabilizzarci nelle coppe europee. Il secondo step è quello di cercare di vendere i calciatori più interessanti. Le competizioni europee danno una certa visibilità e ora puntiamo ad abbassare l’età media e cedere i calciatori a costi importanti”.
Quali calciatori vede pronti per il salto di qualità nelle big europee?
“Tra i giocatori che sarebbe bene seguire per il valore tecnico e l’età giusta c’è Dominguos Quina, passato già da Udine ma non era ancora pronto. Così come Dragomir, ha giocato a Perugia e ad Entella quando aveva 20 anni, ha fatto l’academy dell’Arsenal e fa parte della nazionale rumena. Poi abbiamo Jay Gorter, portiere classe 2000 arrivato dall’Ajax che farà cose importanti”.
Dopo David Luiz quale altro grande del calcio mondiale ha provato a portare al Pafos? O chi sta sognando?
“Non cerco star ma giocatori adatti a questo tipo di campionato e che siano pronti a giocare la Champions League. David Luiz è un valore aggiunto ma io guardo a chi è ancora giocatore, non agli ex giocatori e non penso solo al nome. Poi se i giocatori che arrivano possono portare visibilità e appeal è molto meglio. Oggi guardano le partite del Pafos anche in Brasile e alcuni brasiliani possono convincersi a venire qui a Cipro. L’idea è creare un mix di giocatori di 24-25 anni, con qualche esperto che possa portare consapevolezza e portare molto nello spogliatoio
Un italiano che vorrebbe portare lì al Pafos?
“In questo momento non ce ne sono, siamo ancora a novembre ed è vero che penso già al mercato di gennaio ma ci sono ancora molte gare da disputare e sto scandagliando anche i club italiani per capire chi può esserci utile.
La sua conoscenza del calcio internazionale è enorme, visto che da tempo è lontano dall’Italia: si rivede presto in Serie A?
“Sto bene all’estero perché credo che nel mio ruolo sia un valore aggiunto nel completamento del lavoro effettivo. Conoscere regole internazionali, lingue e le ambizioni che ci sono in giro per il mondo è importantissimo secondo me. In Serie A vorrei tornarci, è chiaro, è un campionato che seguo sempre per il mio lavoro e perché ne sono molto legato. Mi farebbe piacere un giorno, adesso sto bene qui a giocare la Champions League”.
Intervista realizzata da Salvatore Amoroso
This post was last modified on 6 Novembre 2025 13:14
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