La UEFA sta ridisegnando il mercato dei diritti televisivi per la Champions League e il prossimo ciclo porta con sé una svolta che coinvolge anche l’Italia. L’organizzazione mira a raggiungere 5 miliardi di euro a stagione e ha avviato una seconda asta dopo aver giudicato deboli le prime offerte. Nel nuovo scenario spuntano due piattaforme inattese e cresce la competizione tra operatori come Sky e Amazon, mentre l’assetto futuro potrebbe cambiare il modo in cui milioni di tifosi seguiranno il torneo.
La seconda asta e le mosse dei player italiani
La UEFA ha scelto di rilanciare l’intero processo commerciale, fissando la nuova scadenza per giovedì a mezzogiorno. L’obiettivo è spingere le offerte verso la soglia dei 5 miliardi di euro. Secondo quanto emerso, Sky ha già presentato la propria proposta, confermandosi un riferimento stabile nel panorama dei diritti sportivi. Amazon vuole rafforzare la sua presenza e punta sulle potenzialità dello streaming.
In questo contesto, l’Italia resta un mercato chiave. L’interesse delle piattaforme consolidate è forte, ma la posizione della UEFA apre il campo a una competizione più ampia e al possibile ingresso di soggetti che finora non avevano partecipato alle trattative.

Il pacchetto A1 e l’ingresso delle Big Tech
La novità più importante riguarda il Pacchetto A1. L’UEFA lo considera il prodotto di punta, pensato per convincere colossi globali come Netflix, Apple TV e DAZN a entrare nella corsa. Questo blocco comprende la miglior partita del martedì, la finale di Champions League e la Supercoppa Europea.
Le partite premium dovranno essere trasmesse in contemporanea mondiale e i club potranno apparire nello slot una sola volta per fase. Il nuovo formato valorizza anche il Pacchetto A2 e il Pacchetto B, che coprirà la maggior parte delle sfide del torneo.
La competizione tra tv tradizionali e nuovi player globali è solo all’inizio e potrebbe generare un cambiamento storico nel modo in cui le squadre europee, dal Real Madrid all’Inter, arriveranno nelle case degli appassionati. La sensazione è che questa fase di mercato rappresenti un passo importante per un calcio che vuole evolversi senza perdere la propria identità.