Infortunio Dybala, arriva l’annuncio che manda nel panico tutti: “Più grave”, ora scoppia il caos
Poco più di 10′. Tanto è durata la gara di Paulo Dybala contro il Cagliari. Subentrato nella ripresa, dopo poco si è toccato dietro al ginocchio ed è uscito infortunato, per poi mettersi a piangere in panchina, forse per il dolore, forse per l’ennesimo problema della sua carriera.
La Joya si è poi sottoposta agli esami strumentali del caso che hanno evidenziato una lesione al tendine semitendinoso della coscia sinistra. Insomma, un mese di stop per il numero 21 che tornerà nuovamente a disposizione di Ranieri e della Roma per il rush finale. Insomma, se i giallorossi saranno ancora in piena lotta per una qualificazione alla prossima Champions League, Dybala potrà dare il suo contributo.
Per la Roma si tratta senza dubbio di un colpo durissimo viste le qualità del trequartista argentino che, con l’arrivo di Ranieri in panchina, era tornato a brillare. Il tecnico, peraltro, ha saputo gestirlo nel migliore dei modi senza sovraccaricarlo. L’infortunio è una doccia fredda, con l’allenatore che dovrà puntare su Soulé, peraltro arrivato in estate proprio in previsione di un addio di Dybala nel mercato.
Dybala, l’allarme sui tempi di recupero: “Previsione ottimistica”
Dyabala, quindi, ora si concentrerà esclusivamente sul suo recupero. Arrivano, però, brutte notizie circa il suo rientro in campo. A spezzare le speranze dei tifosi ci ha pensato infatti l’ortopedico dell’ospedale San Giovanni di Roma Simone Ripanti che ha detto la sua ai microfoni del Corriere dello Sport.

“Non aspettiamoci una rapida guarigione perché i tessuti si rigenerano più lentamente in una lesione tendinea rispetto a quella muscolare a parità di grado“. Insomma, allarme lanciato prima che il medico rincarasse la dose. “Mi sembra molto ottimistica la prognosi di un mese che leggo” ha sostenuto, predicando pazienza in questi casi anche per quanto riguarda la terapia conservativa.
Infortunio Dybala, la tecnica della terapia conservativa
Già, ma cos’è la terapia conservativa? In primis il riposo poi fisioterapia attraverso l’uso di macchinari particolari, come “gli ultrasuoni o il tecar che accelerano la rigenerazione del tendine“. E Ripanti non ha escluso anche la “tecnica dei fattori di crescita, l’iniezione cioè del proprio sangue centrifugato per ridurre i tempi di recupero“.
