Gabriele Sandri aveva 28 anni ed era tifoso della Lazio. Amava i colori e la tradizione della sua squadra a tal punto da seguirla anche in trasferta. Quel maledetto 11 novembre del 2007 venne raggiunto da una pallottola sparata da un agente per sedare una rissa tra tifosi, poco distante dalla macchina dove Gabriele sedeva. Quella pallottola lo colpì in pieno ponendo fine alla sua vita. Ai suoi sogni. Al suo incommensurabile amore per la sua amata Lazio. Oggi Gabriele di anni ne avrebbe avuti 35.
Quando l’orologio si ferma, non vi è alcuna via di uscita. A volte puoi schivare la lancetta dei secondi che sta per finire il suo giro mentre a volte, purtroppo, ti precede ponendo inesorabilmente fine ai sogni e come in questo caso anche alla vita. Il calcio dovrebbe essere uno sport con il solo scopo di portare allo stadio più persone possibili, a volte invece porta a dover riflettere su morti assurde come queste.
Oggi Gabriele è un angelo che sposa perfettamente il suo colore con quello del cielo e delle nuvole, un tetto bianco-celeste dove i tifosi ancora oggi in questa data maledetta lo ricordano con amore. Siamo certi che a lui farà piacere poter osservare i suoi amici uniti in suo nome.
Emanuele Giubilei
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