ESCLUSIVA – Repice: “C’è una grande differenza tra Mancini e Ventura”

Questa estate ci ha fatto sognare, le sue parole hanno scandito i momenti più belli di un Europeo che ha consegnato l’Italia alla storia. Ancora una volta. Parliamo di Francesco Repice, da anni il numero uno della radiocronaca nostrana. Insieme abbiamo parlato della Nazionale passata, presente e futura. Ma non solo: c’è il derby d’Italia alle porte, e non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione di chiedere a Repice cosa ne pensasse. Lo ha intervistato per noi Pierfrancesco Vecchiotti.

Italia Roberto Mancini

Le tue radiocronache hanno accompagnato gli azzurri nelle magiche notti di quest’estate fino ad arrivare alla disfatta di giovedì scorso. Cos’è cambiato nell’Italia di Mancini nei mesi trascorsi dall’Europeo alla partita con la Macedonia?

Nulla, purtroppo i due calci di rigore sbagliati contro la Svizzera e la mancata vittoria con la Bulgaria hanno fatto la differenza. C’è chi obietta che dopo la partita con il Belgio l’Italia non ha più vinto nei tempi regolamentari: vero, com’è vero anche che nelle settimane cruciali Mancini ha dovuto rimandare a casa 10 giocatori per vari problemi. Non penso che l’Italia sia peggiorata nel corso del tempo: contro Svizzera (due volte), Macedonia e Bulgaria abbiamo dominato sul piano del gioco. Penso che nel complesso avremmo strameritato la qualificazione, ma le cose sono andate diversamente. Di una cosa sono certo: l’Europeo non è stato un colpo di fortuna.

Pare che Mancini e Federazione abbiano trovato un punto d’incontro: il rapporto proseguirà. È la soluzione giusta?

Io dico che Roberto ha un contratto che scade nel 2026. Adesso avrà un anno, prima delle qualificazioni al prossimo Europeo, per lavorare e cambiare qualcosa nella sua gestione. In più, nel tempo che passa da qui al prossimo Mondiale potranno emergere nuovi calciatori. E in ultimo, ma cosa molto importante, Mancini ha voglia di pulire questa macchia. Perché non avrebbe dovuto continuare? Io penso che questo sia un ottimo segnale in vista del futuro.

Ventura ha detto che dopo l’eliminazione con la Svezia veniva additato come l’unico colpevole, mentre oggi la stampa – a ragione – difende Mancini. Pensi che i due percorsi siano assimilabili?

No, penso proprio di no. Mancini nel frattempo ha vinto un Europeo. Ventura è un ottimo allenatore ed una persona squisita, ma non posso dimenticare alcune pagine di quella gestione che definire controverse è dire poco. Per citarne una, l’allenamento al Filadelfia con la riunione tra i giocatori e l’allenatore tagliato fuori. I Commissari tecnici, a parer mio, hanno poche colpe rispetto ad un fallimento di questo tipo: c’era però, nella gestione del gruppo, qualcosa che sicuramente non andava.

Negli ultimi giorni si è parlato spesso dei giovani e di quanto facciano fatica ad emergere nel nostro calcio. Secondo te esiste veramente questo problema? Se sì, da cosa dipende?

Tra la metà e la fine degli anni 70 sono nati giocatori dal talento spropositato. I vari Totti, Del Piero, Vieri: se penso ai convocati per il Mondiale 2002, mi vengono i brividi. Una roba senza senso, un’esplosione di talento con pochi precedenti. Poteva buttarci fuori solo quell’arbitro lì. Tant’è vero che quattro anni dopo la stessa squadra vince il Mondiale nonostante l’assenza di Vieri e Maldini, e con un Totti a mezzo servizio. Se pensiamo a loro è difficile fare paragoni, ma quella attuale è una generazione di giocatori forti. Io penso che se una Nazionale può contare su Donnarumma, Bastoni, Tonali, Verratti, Zaniolo e Chiesa, possiede una bella base da cui partire. Mancano però dei pezzi importanti. La speranza è che da qui a qualche anno nascano dei ragazzi in grado di tappare questi buchi. Se si tornerà a giocare per strada, sarà tutto più semplice: sull’asfalto, come diceva Cruijff, si impara a non cadere e a controllare un pallone che rimbalza molto più velocemente. …

CAPITOLO SERIE A: IL DERBY D’ITALIA

Juve e Inter, chi prima chi dopo, hanno incontrato tante difficoltà: te le aspettavi?

“Allegri paga un avvio difficile, causato dal fatto di essersi trovato davanti una squadra totalmente cambiata: con due punti in più oggi la Juve sarebbe la favorita per lo scudetto, parere personale. Parliamo di un fuoriclasse della panchina. Per quanto riguarda Inzaghi, mi aspettavo delle difficoltà. Ho sempre ammirato la sua capacità nella gestione fisica dei calciatori: quando però si è trovato di fronte a dei problemi, poteva e doveva fare meglio. Penso alla partita di ritorno con il Liverpool ma anche al derby di campionato. Deve migliorare nella gestione in corso d’opera delle partite, e ha tutto il tempo per farlo: l’età è dalla sua parte”.

Domenica c’è il derby d’Italia: chi ha le maggiori chance di successo? Chi perde è fuori dalla lotta scudetto?

Rispondo subito alla seconda domanda: penso proprio di sì, e aggiungo anche che il pareggio sarebbe inutile per entrambe le squadre. Chi è la favorita non lo so: sicuramente la Juve arriva meglio alla partita e gioca in casa, con i tifosi nerazzurri che tra l’altro non prenderanno parte alla trasferta per motivi a me ignoti. D’altro canto so che nell’Inter ci sono giocatori orgogliosi, di grande personalità, gente che non ci sta a perdere. Scommetterei piuttosto su una cosa: Allegri cercherà di limitare Brozovic. Se un po’ lo conosco, Massimiliano si inventerà qualcosa in tal senso, perché sa che se limita quella fonte di gioco può creare problemi all’Inter. I nerazzurri, dal canto loro, dovranno cercare di non dare punti di riferimento ai difensori avversari: penso che così potranno far male alla Juventus”.

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