Piovono rivoluzioni anche nel campionato di Serie A: il cambiamento epocale che tutti attendevano da tempo
Un cambiamento epocale abbraccia il campionato di Serie A, già fortemente dominato da alcune rivoluzioni che si sono verificate nell’ultimo periodo. Tra variazioni sulle panchine, nella rosa dei diversi club e tantissime altre novità anche il mondo del calcio – ma più precisamente l’intero panorama degli sport professionistici – si incamminerà verso una trasformazione, dal punto di vista burocatrico ed istituzionale, che passerà alla storia. Scopriamo insieme tutti i dettagli.
Che novità per la Serie A: alzato il limite per i contratti dei giocatori
Una novità a tutti gli effetti per il mondo degli sport professionistici, da come si può evincere dal decreto legge approvato venerdì dal Consiglio dei Ministri e come riporta il Corriere dello Sport – con l’introduzione di alcune modifiche per quanto riguarda la situazione degli accordi lavorativi tra gli sportivi. Nell’ultimo rigo dell’art. 11 dello schema di Decreto licenziato dal CdM, al punto 4), lettera b), si legge che “all’articolo 26, comma 2, primo periodo [del D. Lgs. n. 36/2021 ndr], la parola «cinque», è sostituita dalla seguente «otto»”.
Questa modifica di un certo spessore permetterà – come scrive l’Avvocato Mattia Grassani sul Corriere dello Sport – alle società professionistiche di vincolare gli atleti per un periodo di massimo otto anni, in luogo del tetto delle cinque stagioni, vigente da quasi 45 anni. I club – pertanto – hanno la possibilità di incrementare il diritto sulle prestazioni dei giocatori, trasformando tali rapporti in veri e propri asset di lungo periodo. Mentre per quanto riguarda il cartellino non vi è nessuna trasformazione e le società possono spalmare il costo di quest’ultimo sempre su cinque esercizi.
«L’ammortamento del cartellino del giocatore sarà limitato a cinque anni al fine di garantire la parità di trattamento di tutti i club e migliorare la sostenibilità finanziaria. In caso di proroga del contratto, l’ammortamento può essere ripartito sulla durata del contratto prorogato ma fino ad un massimo di cinque anni dalla data della proroga», scriveva la UEFA.