
Il ct De Leo ricorda il compianto Sinisa Mihajlovic
Francesco De Leo, commissario tecnico di Malta, ha parlato in esclusiva ai microfoni di Rompipallone. La vittoria contro la Finlandia, pur non bastando per la qualificazione ai Mondiali, ha rappresentato un momento di forte festa per la nazione.
È stata una serata intensa, vissuta con emozione dal gruppo e dallo staff, un risultato che ha confermato la crescita della squadra e il valore del lavoro svolto. Nel suo racconto emerge il legame con Sinisa Mihajlovic, guida morale ancora presente nel suo percorso. De Leo ha parlato anche del futuro del calcio maltese e dei giocatori che potrebbero arrivare in Serie A, indicando nomi e prospettive.
Contro la Finlandia è arrivata la prima vittoria del tuo corso da ct sulla panchina di Malta. Abbiamo visto le esultanze di grande gioia anche dello staff: che emozioni hai provato quella sera a Helsinki?
“Eravamo tutti felicissimi ed emozionatissimi perché nel nostro corso rincorrevamo da un po’ la vittoria. Prima siamo stati anche un po’ sfortunati, avremmo potuto fare qualche punto in più, soprattutto all’esordio con la Finlandia e contro la Lituania quando vincevamo 1-0 e poi l’arbitro si è inventato un rigore incredibile al 97’.
Per tutto l’ambiente sembrava uno step impossibile, quindi è stato bellissimo raggiungere questo traguardo. Per noi e anche per molti maltesi che non avevano mai visto nessuna vittoria della Nazionale di Malta.
Anche contro la Polonia ci speravo, abbiamo subìto gol alla fine. Ma ci speravo sia per il risultato che per il modo di lavorare. Avvertivo che era il nostro momento, che il destino stesse lavorando per noi in questo periodo.
Il ciclo di partite contro Finlandia e Polonia era complicatissimo e pensare di portare due risultati positivi a casa era un sogno. Fino alla fine della partita pensava fosse arrivato il nostro momento, poi è arrivato il gol di Zielinski all’85. Ma al di là di quello sono orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto, del gioco proposto, siamo usciti contenti e soddisfatti da questo girone e anche per tutto il lavoro svolto fino a questo momento”.
Quali sono i tuoi obiettivi personali e anche quelli relativi allo sviluppo di una piccola nazionale?
Dal primo giorno ho provato a costruire una linea che si basasse su principi tecnico tattici e morali che ci consentisse di affrontare tutte le partite allo stesso modo, con la nostra mentalità.
E così facendo va bene anche lo schiaffo forte come quello contro l’Olanda ma è anche l’unico modo per acquisire consapevolezza e per mantenere l’identità e i principi, pur conoscendo il valore più alto di tutte le nostre avversarie. Ma l’obiettivo è quello di non essere definiti solo come la “Cenerentola”. Bisogna essere costanti e coerenti nel percorso che si fa perché poi alla lunga i conti tornano”.
Quanto c’è di Sinisa Mihajlovic nel tuo lavoro attuale? Hai pensato a lui dopo la vittoria in Finlandia, ti è venuto in mente un suo insegnamento, lo hai sentito vicino a te a Helsinki?
“Sinisa lo sento sempre vicino. È difficile che ci siano giorni o momenti in cui non pensi a lui e a ciò che abbiamo condiviso. In questa avventura, il coraggio con cui abbiamo cercato di affrontare tutte le sfide è qualcosa che era alla base del modo di fare di Sinisa.
Qualsiasi tipo di avversario avessimo di fronte non gli faceva paura, lui inculcava autostima e determinazione. “Quando avrai dato tutto di te stesso non dovrai temere nulla e non sarai mai stato sconfitto”, è la cosa che mi tocca di più ma che mi fa sempre piacere ripetere e tramandare.
Anche nel suo percorso finale lui ha dato tutto e mi piace pensare che non sia stato mai sconfitto, come ci ha insegnato. Bisogna sempre dare un senso alla sfida, alla contesa. È la cosa più importante che voglio tramandare. Noi siamo stati sempre abbastanza simili. Al di là del carattere opposto, trovo la nostra unione nell’aspetto del rispetto della dignità, nel rispetto dei valori, nella lealtà e nella trasparenza”.
Cosa può fare il calcio maltese per trovare uno sviluppo concreto e iniziare a trasformare queste vittorie saltuarie in abitudine?
“A volte le “Cenerentola” di turno sono abituate a perdere punti e a subire tanto, quindi a un certo punto inconsciamente subentra la debolezza che ti fa perdere pure quando potresti vincere o pareggiare. E onestamente voglio cambiarla un po’ questa mentalità, senza voler assolutamente giudicare il passato.
Noi giochiamo con 4 attaccanti, giochiamo con il 4-2-3-1, abbiamo giocatori di qualità e talento, facciamo tanto possesso palla. Per me inculcare questa interpretazione moderna nelle mentalità e nelle abitudini di chi non è abituato a fare la partita è uno step importante. Dare dei principi di gioco deve essere sempre sostenuto dall’approccio culturale”.
Quali sono i calciatori maltesi che possono fare il salto di qualità in Italia?
“Abbiamo Kurt Shaw che gioca nel Sorrento. Al momento non ha ancora giocato in Serie C ma ha giocato in Coppa Italia dove si è trovato a marcare giocatori forti. Poi c’è Satariano che è un giocatore di livello incredibile. Zielinski dopo la partita parlava di lui con Valdifiori e si chiedeva come fosse possibile che non avesse spazio in Serie A.
C’è Chouaref che ha dimostrato di avere un valore enorme. Gioca al Sion ma in un club come il Sassuolo, dove si investe su giocatori bravi nell’uno contro uno, potrebbe starci bene. È un 2000 che una chance in Italia la meriterebbe. Poi ci sono i giovanissimi che ho fatto esordire e infine Corbalan, un terzino che sa giocare su entrambe le fasce e che può fare bene. È simile a Parisi”.
E invece cosa può fare il calcio italiano per tornare a brillare? Andiamo al Mondiale?
“Io dico di sì. Se il nostro sistema socio culturale ed economico non funziona, a cascata neppure gli sport come il calcio possono funzionare. Ci sono Paesi che funzionano sotto tanti punti di vista e questo si riflette anche nel loro calcio.
Basterebbe dare più spazio alla meritocrazia. Servono ragazzi“.
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