Il calcio dei piccoli: dalla terra al sintetico

Quei campi in terra battuta oggi sono solo un ricordo. Tutto viene ricostruito, tutto viene reso più appetibile per far si che i bambini scelgano quel centro sportivo a differenza dell’altro. Business. Oggi il mondo dei soldi supera il mondo dei sogni, quei sogni spogli di malizia e pieni di sincerità che avevano i bambini che si segnavano a calcio solo per fare sport in amicizia.

PAPA’ MI PORTI A CALCIO? – Le prime volte sono tutte un po’ speciali sia per i piccoli che per i grandi. Per un padre portare il figlio a pallone, soprattutto se ex giocatore, rende ancora tutto più speciale. Il bambino freme, leggi negli occhi la sua voglia di divertirsi con quel pallone tra i piedi che per lui rappresenta la cosa più preziosa che possa esistere. Finalmente i quadri e i vetri di casa sono al sicuro, la scuola calcio sarà ciò che lo farà davvero divertire. Questo è il pensiero di molti genitori alla richiesta del proprio bambino nel poter calciare un pallone vero, fatto di cuoio e non di spugna. Il cuoio rende vivi i sogni, la spugna li ammortizza. Vai nella scuola calcio di casa più vicina, ti viene consegnato uno scarno materiale, il necessario per la stagione. Una borsa nella quale mettere dentro i sogni, un completino fatto di vivacità, una tuta che nei lunghi inverni possa fare da scudo ai divertimenti del piccolo, un k-way che lo protegga dalle piogge violente e un berretto di lana per evitare spiacevoli raffreddori.

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IL CAMPO DELLA VITA E’ IN TERRA – Ci si spoglia e si entra in campo, quel campo di terra marrone vita, con tanti sassolini che quando cadi forgiano la tua anima da spavaldo pulcino guerriero. Le prime corse sono circondate da tanta polvere e tanta vivacità. Il tuo primo allenatore ha un compito essenziale, farti crescere in un ambiente sano e colorato. Il calcio è uno sport di gruppo e come tale deve farti sentire bene, in tranquillità. Ti sembra così grande il campo che non riesci a immaginare che un giorno riuscirai a percorrerlo senza sosta per 90 lunghi minuti. Tieni per mano il tuo amichetto e speri che sia sincero come la vita. Amicizia. Il mister ti chiama e ti dice: “Adesso prendi il pallone, prova a palleggiare”. Emozione pura. Il pallone è più grande di te ma cerchi di tirarlo in aria, ha il colore della felicità e la leggerezza del cuore di un bambino appena nato, sorridente. Quando finisce l’allenamento è sempre troppo presto, e dopo la doccia, vorresti chiudere la voglia di calcio con qualcosa da mangiare.

La società ha un campo in terra e un piccolo bar dove nelle vicinanze abita un’anziana signora. “Vuoi le patatine amore mio?”, domanda con un sorriso pieno di amore. C’è solo quello da mangiare. Si paga e si va a casa, con tuo padre che guida e che non sembra sentire la stanchezza dopo una giornata intera di lavoro. Per la tua felicità farebbe di tutto, questo è ciò che conta.

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IL TEMPO TRASFORMA I COLORI – Qualcosa col tempo sembra esser cambiato, quel campo in terra è stato sostituito da terreno di gioco fatto di erba sintetica e novità, il tutto viene resto una slot machine di soldi e business. Al posto di quel piccolo bar fatto di amore e sincera povertà viene aperto un risto-bar che permette di cibarsi dei migliori panini e merendine che esistano sul mercato. I bambini una volta scelta la società per la quale giocare, hanno di tutto e di più. Finiti i tempi del poco, iniziano le stagione del materiale di costo, non più poche cose ma, per la disperazione dei genitori, tanti capi da non saper più come fare per evitare di riempire interi armadi.
I piccoli scendono in campo già con miti da idolatrare. L’amore per il pallone resta lo stesso, sia chiaro, ma forse oggi i bambini vedono in tv troppe cose da poter o voler imitare.

Le scarpette uniscono tutti, ognuno sceglie le più belle. Anni passati, i colori erano solamente due, nere di pelle o gialle di divertimento. Adesso i bambini possono scegliere le più svariate forme e colori di scarpini per dare sfogo alla loro creatività. Per non parlare dei look. Siamo passati dal codino di Roberto Baggio ai capelli di Cristiano Ronaldo, dal pallone bianco e nero ai palloni viola, verdi o multicolore.

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PASSANO GLI ANNI MA IL CIELO COLORA LA PASSIONE –  Anche se i tempi cambiano e , giustamente, l’evoluzione abbraccia tutti i campi, la cosa importante resta che i piccoli possano praticare questo sport come davvero deve essere vissuto: un momento per stare in compagnia degli amici più cari, fare nuove amicizie e vivere in gruppo per qualche volta a settimana. Le prime sconfitte forgiano l’anima, i primi graffi aiutano il corpo a formarsi, le vittorie faranno esultare e gli allenamenti sudare le ore passate seduti nei banchi di scuola.

Il calcio è passione e amore, e tutto inizierà sempre da una domanda che sembra non svanire mai nei cuori dei piccini : “Papà, mi porti a calcio?”.

Emanuele Giubilei

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