L’Aquila 1927 sulla sentenza delle vittime del terremoto: “I morti non meritano percentuali”

Qualche giorno fa la vergognosa sentenza che ha dato, alle 24 delle 309 vittime del terremoto del 6 aprile 2009 in centro storico a L’Aquila, un concorso di colpa del 30%. Il motivo è perché sono state definite “imprudenti” rientrando in casa dopo la seconda forte scossa del 6 aprile intorno a mezzanotte. In questo modo, sono stati tagliati i risarcimenti alle famiglie delle vittime.

È fondata l’eccezione di concorso di colpa delle vittime, costituendo obiettivamente una condotta incauta quella di trattenersi a dormire nonostante il notorio verificarsi di due scosse nella serata del 5 aprile e poco dopo la mezzanotte del 6 aprile. (…) Ne deriva che la responsabilità per ciascun Ministero è del 15 per cento e per il residuo 40 centro in capo agli eredi del costruttore Del Beato”, si legge nella sentenza.

Una sentenza che tutta la città, ovviamente, non ha preso bene. In questo modo, infatti, le vittime di quel maledetto terremoto sono morte due volte. La squadra della città, inoltre, L’Aquila 1927 che milita in Eccellenza, si è da subito indignata per la situazione. Per questo, ha chiesto alla Lega Nazionale Dilettanti di poter scendere in campo prima della partita con la maglia rappresentativa “I morti non meritano percentuali”. Proposta, però, rigettata dalla LND.

L’Aquila, la maglietta per la sentenza sul terremoto

Contro l’Ovidiana Sulmona, nella partita svoltasi domenica 16 ottobre, la società ha deciso comunque di scendere con quella maglia in campo. Il club abruzzese ha poi spiegato di voler essere vicino alle vittime anche a costo di andare incontro a delle multe.

Questo il post pubblicato dalla società sul proprio profilo Facebook:

Con tutto il rispetto per le istituzioni che regolano il gioco del Calcio, abbiamo preso la decisione di non esimerci dal dimostrare la nostra vicinanza ai familiari delle vittime e di scendere comunque in campo con la maglietta che stiamo preparando. Perché i morti non meritano percentuali e la nostra gente merita rispetto”.

Impostazioni privacy