Sinner sta per tornare a competere: il conto alla rovescia per la fine della squalifica è ufficialmente iniziato, ma a stupire sono state le ultime parole arrivate sul suo conto.
La squalifica di Jannik Sinner finirà ufficialmente il 4 maggio e, per questo motivo, il n.1 del mondo del tennis ha ricominciato ad allenarsi in maniera più intensiva. L’importante ora è arrivare nel migliore dei modi all’appuntamento di Roma. Anche se a colpire e ad attirare l’attenzione sono state determinate parole riferite nelle ultime ore.
Sinner e le dichiarazioni inaspettate: il rifiuto è stato totale
Jannik Sinner è uno di quei nomi che continua, inevitabilmente, ad attirare l’attenzione. L’Italia intera aspetta il suo rientro in campo agli Internazionali di Roma. Eppure ad aver spiazzato, nelle ultime ore, sono state delle dichiarazioni che lo hanno riguardato piuttosto da vicino.

A parlare del numero 1 del tennis è stato ancora una volta Adriano Panatta. La leggenda del tennis italiano, ospite del programma radiofonico ‘Un giorno da pecora’ su ‘Radio 1’, ha risposto con la sua solita schiettezza a una domanda in particolare: “Se mi piacerebbe diventare l’allenatore di Jannik Sinner?” – gli è stato chiesto – “Ma per carità!“, ha risposto senza girarci troppo intorno. Dopodiché ha anche spiegato le sue intenzioni.
Panatta e le parole dirette su Sinner: ecco perché non penserebbe mai di allenare il campione
Panatta ha poi spiegato: “Non vorrei mai allenarlo perché non è la vita che fa per me. Vedere tutti i giorni le stesse persone mi mette addosso troppa ansia,” ha confessato. E non è difficile capirlo: il ruolo di coach nel tennis moderno è un lavoro che richiede dedizione totale. Si vive in simbiosi con il giocatore, condividendo viaggi, allenamenti e momenti quotidiani di ogni giornata.

Tanto che Panatta ha anche aggiunto: “Parlare sempre di tennis, dalla mattina alla sera? Mi annoierei a morte. Sinner e i suoi allenatori passano insieme minimo 300 giorni l’anno. Magari c’è pure il parrucchiere, che ne so! Già facevo fatica a fare la vita del tennista, figurati il coach” ha detto, con una battuta che ha fatto sorridere ma anche pensare.
Se si pensa infatti a chi ha accompagnato Sinner finora, come Darren Cahill e Simone Vagnozzi, si capisce che questi professionisti non si limitano a correggere un dritto o un servizio: sono figure che viaggiano per il mondo, gestiscono pressioni enormi e si adattano a un calendario che non conosce pause. Una vita che, evidentemente, non farebbe per Panatta. Nonostante la dedizione data al tennis in passato.