Favola Crotone: 3 motivi che spiegano il perché di questa magica realtà

Ultimo aggiornamento 30 Aprile 2016 11:29 di admin

Ci sono favole e favole, storie che si concludono con il tanto celebre “felice matrimonio” e storie che terminano con grandi imprese, capaci di sconvolgere anche i più duri di cuore. Ebbene, la favola Crotone fa parte di questa seconda schiera, avendo compiuto un’impresa storica che nessuno mai avrebbe pensato ad inizio stagione: la conquista della Serie A.

Ma perché si può parlare di Favola in riferimento a questa squadra? Ecco 3 buoni motivi che spiegano il perché di questa magica realtà:

-PRIMA VOLTA IN SERIE A: Quella del Crotone è una storia molto antica, datata 1923 , anno della sua fondazione. La Società Sportiva Crotona, cosi chiamata nei suoi primi anni di vita, partecipa ad alcuni tornei minori della Divisione Calabra, con qualche sporadica apparizione in prima Divisione, l’attuale Lega Pro. La squadra è composta più che altro da gente del luogo, che gioca a calcio soprattutto per passione. Con il passare del tempo, la società cambierà più volte nome, passando da Società Sportiva Milone( in riferimento all’atleta crotoniate dei primi giochi olimpici) a Società Sportiva Fascista Crotone, fino a giungere ad Unione Sportiva Crotone. L’evento che segnerà per sempre la storia calcistica di questo club sarà però la morte , a seguito di un incidente stradale, del calciatore Ezio Scida, in occasione della trasferta di Castrovillari. Alla memoria del calciatore sarà poi intitolato lo Stadio Comunale.

Dal 1945 fino al 1977 seguiranno retrocessioni in Serie D e promozioni in Serie C, sin quando, al termine della stagione 1978/1979, la squadra verrà radiata in seguito ad una crisi economica. Ripartito dalla Prima Categoria, il Crotone comincia a farsi strada e nel 1993, sotto la presidenza di Raffaele Vrenna, cambia denominazione in Football Club Crotone e inizia la sua scalata, che culminerà nel 2000, con il conseguimento della Serie B. Dopo diversi anni passati fra retrocessioni in C e promozioni in B, nella stagione 2013/2014 la squadra ottiene un incredibile risultato: sesto posto in classifica( miglior piazzamento di sempre in Serie B e possibilità di disputare i play-off per la Serie A.
Sarà però la corrente stagione, sotto la guida Ivan Juric, che permetterà al Crotone di scrivere la storia ed entrare di diritto nel grande libro delle favole.

juric

-REALTA’ DEL CALCIO CALABRESE: I tifosi del Catanzaro, cosi come quelli della Reggina, conservano gelosamente i ricordi di un calcio che profumava di Serie A. Sono passati ormai 7 anni da quando la Reggina, ultima squadra calabrese a calcare i campi della massima serie, è retrocessa in Serie B, eliminando di fatto dalla cartina della Serie A la regione Calabria. Eppure, questo calcio calabrese fatto di grinta, passione, vissuto quasi come se fosse una religione dai tifosi, sembrava aver dato tanto alla massima serie: Massimo Palanca ed il suo piedino di fata, la coppia Bianchi-Amoruso da 35 gol a stagione, l’abilità di allenatori come Walter Mazzarri.

In poco più di 30 anni di storia, dal 1975 al 2007, la Serie A ha conosciuto in primis la figura di Massimo Palanca, celebre icona del calcio catanzarese, chiamato appunto Piedino di fata per la piccola calzatura delle sue scarpe, soltanto 37. Tuttavia è anche grazie a lui se il calcio italiano ha appreso la tecnica del gol da calcio d’angolo. Circa trent’anni dopo, nella stagione 2006-2007, sponda amaranto questa volta, il duo d’attacco Bianchi-Amoruso diventa la coppia più prolifica della serie A, con ben 35 reti all’attivo. Il tecnico di allora, Walter Mazzarri, mostra grande personalità e mette in mostra tutte le sue qualità, riuscendo a salvare una squadra partita con 11 punti di penalizzazione, a causa di un deferimento per illecito sportivo. Oggi però, se entrambe le squadre militano rispettivamente in Serie D e in Lega Pro, l’unica realtà in Calabria capace di durare nel tempo, costruire un progetto ambizioso e fornire giovani interessanti al panorama calcistico italiano , è rappresentato proprio dal Crotone.
Se il Cosenza, nel suo piccolo, è riuscita nella precedente stagione a sollevare la Coppa Italia di Lega Pro, permettendo cosi ad una squadra calabrese di vincere un trofeo, il Crotone sta dimostrando di esser diventata la vera realtà del calcio made in Calabria.

-FUCINA DI GIOVANI PROMESSE: Non c’è dubbio che il Crotone rappresenti una delle più belle storie per quanto riguarda lo sviluppo e l’esplosione di giovani talenti. Mirante, Nocerino, Konko, Gastaldello, per giungere ai gioielli Florenzi e Bernardeschi, sono soltanto i nomi più importanti di veterani o giovani talenti che si stanno imponendo nel nostro calcio. Proprio questa è la grande forza del Crotone: la capacità di far crescere nuove promesse calcistiche con una facilità da far invidia a tutte le altre squadre, partendo proprio dal settore giovanile. Dal 2006 infatti , grazie alla fondazione dell’Academy, un progetto mirato a fornire ai giovani atleti i mezzi più efficaci per esaltare il proprio talento, molti giocatori possono contare su un importante percorso di crescita che li porterà idealmente in prima squadra.

Non sarà perciò un caso che l’attuale tecnico Juric, l’uomo che è riuscito a dare coesione e forza al gruppo, può disporre di ben 19 elementi under 25 in rosa. La cosa può destare maggiormente scalpore se si pensa che con soli 2 milioni di euro Vrenna e i suoi collaboratori sono riusciti a costruire una squadra vincente in campo e fuori. E se molti calciatori fanno parte della nazionale Under 19 o Under 21, i primi giocatori nella storia dei rossoblù convocati nella nazionale italiana maggiore dal ct Cesare Prandelli sono stati il centrocampista Jacopo Dezi e l’attaccante Federico Bernardeschi, vittorioso quello stesso anno del premio come miglior giovane della Serie B. Tutto questo ha evidenziato la forza della società pitagorica e l’elevata capacità di progettazione.

COERENZA,COESIONE,CAPARBIETA’: è proprio questo il vero fattore C della squadra. Ogni mattina, i giocatori fanno colazione insieme prima di iniziare l’allenamento e pranzano allo stesso tavolo, una volta terminata la sessione. Un bel modo per cementare il gruppo e dare un’immagine forte anche all’esterno. Prendendo spunto dal cantautore crotonese Rino Gaetano, nella canzone che fa da inno alla squadra, potremmo affermare che, a Crotone, “il cielo è sempre più blu”. Anzi rossoblù.

Simone De Rose

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