Perugia – Ternana, il derby del rispetto

« L’Umbria siderurgica e l’Umbria dolciario-alimentare; l’Umbria dell’acciaio e quella del cioccolato. Seppur è così poco la distanza tra i due capoluoghi, molte e sin troppo evidenti sono le differenze socio-economiche e culturali. »

GRIFONI CONTRO FERE – Così esordiva un articolo risalente al lontano 1989 sul Corriere dell’Umbria, locandina ad una delle tante occasioni nelle quali i perugini e i ternani si sono affrontati. L’Umbria è stata sempre una regione di mezzo, rimasta molto spesso all’ombra (traslitterazione italiana della sua derivazione latina) delle regioni con le quali confina. I suoi due capoluoghi di regione, Perugia e Terni per l’appunto, danno vita ad uno dei derby più animati del nostro caro vecchio stivale. Da una parte i Grifoni, squadra con un nobile passato, con tanti anni di militanza in massima serie e addirittura quasi vicina al tricolore con “la squadra dei miracoli” del 1978-1979, la quale arrivò ad insidiare il Milan di Gianni Rivera, quello della prima stella cucita sul petto. Dall’altra parte la Ternana, squadra con alti e bassi nella storia recente tra Lega Pro e Serie B, ma che vanta anche lei un passato in serie A. Alla base di quest’accesa rivalità c’è il fatto che perugini e ternani – pur vivendo in una delle più piccole regioni d’Italia, e nonostante i due capoluoghi di provincia distino all’incirca soltanto 80 km – mostrano delle profonde diversità sotto i tratti linguistici, sociali, economici e culturali: da una parte c’è Perugia, capitale del cioccolato, dalle origini etrusche e ricca d’aspetti artistici e culturali; dall’altra c’è Terni , città dall’influenza romana, un polo prettamente industriale con una lunga tradizione operaia e siderurgica. Le due fazioni, inoltre, s’arrogano il diritto di rappresentare la totalità dell’Umbria, ognuna per ragioni proprie. Insomma, borghesia contro proletariato, Grifoni contro Fere.

Un lontano derby del 1992
Un lontano derby del 1992

 

 

 

 

 

 

UNA TRISTE PARTITA – Quella umbra è quel tipo di regione che dietro i suoi paesaggi quasi scozzesi, dietro quelle immense riserve, nasconde piccole città d’arte che compaiono all’improvviso e ti lasciano senza fiato. Un po’ come quello che è successo sabato, durante l’accanito match tra le due compagini. Dopo un primo tempo arroccato sullo zero a zero, la ripresa si accende con il timbro del ritrovato Rolando Bianchi, che di derby ne ha giocati, tra tutti quello di Manchester, difendendo la zona blue del cantiere navale inglese per antonomasia. Al vantaggio perugino risponde dopo solo quattro minuti Falletti, l’attaccante uruguayano che si sta mettendo in luce come una delle rivelazioni dei rossoverdi e dell’intero torneo. Ma verso l’ottantasettesimo il clima di festa che rendeva il Curi ancora più bello e nostalgico, viene interrotto da una notizia, una bruttissima notizia. Un tifoso biancorosso, Osvaldo, si sente male. Le prime e tempestive cure non serviranno a nulla, perchè quel signore è volato lassù urlando forse per la sua squadra, come un soldato che offre tutto se stesso sul fronte per la propria patria. Dalle curve, sia perugina che addirittura ospite, vengono dati chiari segnali a che la partita si chiudesse lì, con quel risultato, pur essendo un derby, pur essendo per l’Umbria intera il Derby, con la D maiuscola. Così, all’improvviso, proprio come quegli squarci d’arte che fuoriescono dal paesaggio umbro, appare una grande lezione da parte del tifo umbro. Le squadre proseguiranno poi la partita con un clima a dir poco surreale e con un insolito torello.

Il momento in cui Osvaldo riceve le cure

 

 

 

 

 

 

 

OLTRE I LUOGHI COMUNI – Si è sempre abusato della parola ultras, soprattutto legata ad atti orrendi e misfatti. Ma è giusto sottolineare la maturità di due tifoserie, acerrime nemiche, le quali si sono strette intorno al dolore di quell’uomo e della sua famiglia, mettendo da parte ogni stupido dissidio, perchè in questi casi, il pallone tende a fermarsi anche lui per inerzia di cose e le bandiere non hanno più colore. Osvaldo sicuramente anche da lassù continuerà ad incitare il suo Perugia e ad intonare cori contro i rossoverdi, ma questo ha fatto tremare il suo cuore più del malanno vero e proprio. Perugia-Ternana non sarà United-City, Inter-Milan piuttosto che Real-Atletico, per tasso tecnico, ma in quanto a valori e maturità non ha sicuramente rivali dopo la terribile giornata di sabato.

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