Qualcosa in più: essere mancino

C’è una caratteristica specifica, presente in minoranza nella razza umana, che fa sì che anziché gli arti destri, quelli più utilizzati e con maggiore praticità siano gli arti sinistri (il lato mancino).

Questo connotato ha sempre destato non pochi problemi, nel corso della storia, a chi, detta nel peggiore dei modi, ne fosse afflitto. Sì, perché il Mancinismo – ha addirittura un nome, che lo fa sembrare una malattia – è sempre stato visto come un qualcosa di negativo, da curare addirittura. Una devianza da, appunto, portare nella retta via.

MANCINO, L’ETIMOLOGIA

Tutti questi cattivi giudizi e le disapprovazioni nei confronti dei mancini, mitigatesi fino ad estinguersi quasi del tutto ad oggi eccetto che in qualche cultura arretrata, provengono, naturalmente, da una visione trascendentale della questione. Mancino in latino difatti si dice “mancus” che altro non è che un sinonimo di storpio. Pure la parola “sinistro” riscontra significati negativi come: avverso, sfavorevole – in senso figurativo –, incidente, sciagura. Insomma, nulla di buono. Almeno così dovrebbe essere, partendo da un presupposto religioso, che accostava i mancini ad un qualcosa di “rovesciato”, “invertito”.

NEL CALCIO NASCE IL DIVINO

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Eurogol di Mesut contro il Ludogorets in Champins League.

Eppure nel calcio, pare che essere mancino tutto sia eccetto che una cosa di cui aver brutti presagi. Certo, questo a meno che non sei uno dei due difensori del Ludogorets, mettendoci dentro anche il portiere, che da un mancino si sono visti umiliare e mandare a farfalle prima di essere purgati con un gol fantastico.

Una sciagura vera e propria nata dal mancino di Mesut Özil. Özil, però, è solo uno degli innumerevoli campioni che hanno avuto la (s)fortuna di essere mancini. Ma è l’esempio perfetto e più recente di come, effettivamente, nei mancini qualcosa di trascendentale possa esserci eccome.

Perché forse nessun destro è in grado di fare col pallone quel che hanno saputo fare e sanno fare alcuni mancini.

L’eleganza, la raffinatezza, l’imponenza di chi ha saputo padroneggiare al meglio quel piede è storia. Come è storia il fatto che, per esempio, il più grande calciatore di tutti i tempi sia mancino. Diego e il suo sinistro sono, per forza, qualcosa di disumano.

QUALITÀ DA ELETTI

E senza andare troppo distanti nel tempo, Messi stesso è mancino e Messi stesso è il calciatore, ad oggi, più forte del pianeta (estimatori di CR7: diamo a Cesare quel che è di Cesare). Altro punto a favore per i mancini. Non che ne abbiano bisogno in realtà; le agevolazioni che ne provoca esserlo, mancino, e anche la rarità, in rapporto coi destri, li rende atleti appetibili per qualunque squadra. Per esempio i terzini sinistri, che siano mancini è una caratteristica necessaria, e in casi estremi pure sufficiente. Perché garantisce una maggiore qualità nei cross.

E nel 4-3-3 odierno le ali più avanzate giocano sempre speculari alla loro zona del campo, quindi l’ala destra è e deve essere mancina, per accentrarsi e calciare; come Robben. Robben difatti è mancino e pure Robben è disumano. I difensori sanno che dribbla sempre verso sinistra e ciononostante non riescono mai a fermarlo. Quella palla è, non sembra ma è, incollata ai piedi. Stessa cosa per David Silva, anche lui in grado di fare andare in simbiosi il suo piede e il pallone; un altro mancino che col mancino ci fa quello che vuole e che gli altri vorrebbero saper fare.

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Mihajlovic in una delle sue parabole effettuate su punizione, rigorosamente col mancino.

In Italia il talento più concreto che abbiamo è Berardi e, indovinate un po’, è mancino. Quindi, essere mancini, a differenza di quanto pensavano nel passato, non può essere un elemento negativo.


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E SE…

Ve lo immaginate il calcio senza mancini? Perché visti come un qualcosa di negativo e quindi corretti in destri. Un calcio senza “El Pibe De Oro”, senza la “Pulce”. Un calcio che non avrebbe goduto degli effetti presi dal pallone ai missili di Roberto Carlos e visto – o almeno tentato di vedere – i siluri che partivano dal piede di Adriano. Entrambi mancini. Un calcio che non avrebbe mai avuto tre gol segnati su punizione in una sola partita. Record stabilito dal sinistro di Mihajlovic contro la Sampdoria, quando ancora giocava. E quando ancora giocava, pure Recoba, vedendelo usare quel piede, vi avrebbe di sicuro convinto del fatto che i mancini, in effetti, abbiano veramente un qualcosa in più. Di trascendentale, di magico.

Christian Tomasino

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