Coppa d’Africa 2017: chi può farci divertire davvero

Ultimo aggiornamento 9 Gennaio 2017 13:21 di

Diciamocelo chiaramente: la coppa d’Africa è una di quelle manifestazioni che non ha mai raccolto uno straripante successo. Vuoi per l’audience, vuoi perchè le squadre partecipanti non vengono ritenute all’altezza di Brasile, Germania e compagnia bella. Vuoi perchè a gennaio tanti calciatori emigrano dal proprio campionato per una manifestazione che qualsiasi club eviterebbe volentieri. Eppure, negli ultimi anni, questa manifestazione, da sempre un simbolo di gioia e di ripartenza del continente, attira sempre più spettatori, amanti calciofili che aspirano a scoprire il nuovo Drogba.

La mitica Nigeria di Usa ’94

DOPO KANU E WEAH CI SI ASPETTAVA DI PIU’

La realtà però, è ben diversa: dopo gli exploit anni ’90 di squadre come Nigeria e Camerun, ci si aspettava dal calcio africano un’evoluzione sempre più crescente, in grado di arrivare ai giorni nostri a competere con le più grandi. Ciò però non è avvenuto. Il calcio in Africa ha ancora molti limiti, tra organizzazione globale, competenze, tatticismi e qualità dei giocatori. Chi si avventerà a guardare questa competizione spesso vedrà incontri del calibro di Congo contro Marocco, alzi la mano chi sa dire le formazioni titolari.

Le mitiche vuvuzela, per la gioia delle orecchie

SCARSEZZA ALLA RISCOSSA

Ed è forse questo aspetto che più ci fa sognare: eccellenti scarponi, corridori instancabili e portieri approssimativi che giocano a livelli imbarazzanti, tutto sotto l’occhio vigile di arbitri spesso e volentieri pessimi. Chi conosce bene la coppa d’Africa sa bene che le partite non iniziano mai all’ora prestabilita, ma “quando vuole l’arbitro”. Anche la logica del recupero da assegnare segue una regola simile. Ciò che rende poi un appuntamento irrinunciabile la coppa d’Africa sono le sorprese: quelle che non ti aspetti, ma che sono sempre gradite, qualsiasi sia la loro natura; nell’incontro del 2013 tra Togo e Burkina Faso, un giocatore del Burkina simulò un infortunio per poter uscire dal campo e fare i propri bisogni sul cartellone pubblicitario. L’inquadratura della telecamera fu imbarazzante.

La vittoria dello Zambia nel 2012

PRONTI A STUPIRE

Capita però che queste nazionali, spesso bistrattate, riescano a compiere degli autentici miracoli: è il caso dello Zambia, capitanato dal bomber Katongo, che nel 2012 sbaragliò l’intera concorrenza portandosi a casa la coppa. O lo stesso Burkina Faso, che nel 2013 perse la finale e l’anno dopo sfiorò addirittura la qualificazione ai mondiali (sconfitta ai playoff contro l’Algeria). Mondiali che raggiunsero nel 2006 nazionali come Togo e Angola. Possiamo anche annoverare Capo Verde, che stupì il mondo con la sua qualificazione ai quarti nella coppa d’Africa 2013 e col seguente mega balletto in sala stampa.

Adebayor, dopo l’avventura al Crystal Palace, torna in campo

INFERNO DANTESCO PARADISIACO

Quindi lasciate ogni speranza, o voi che giocate: tanto per noi avete già vinto. Ha vinto lo Zimbabwe, che è stato squalificato dalla corsa per andare al mondiale russo (mancato pagamento all’ex allenatore Georgini). Ha vinto la Guinea-Bissau, per la prima volta qualificata. Ha vinto l’Uganda, che non giocava una manifestazione dal ’78. Ha vinto Adebayor, attualmente svincolato ma ancora capitano del Togo. In fondo, se loro ci sono e squadre come Nigeria e Sudafrica no, significa che il destino è dalla loro parte.

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