Kasper Schmeichel: il sogno che si colora di realtà

Il pittore quando inizia a dipingere su tela le sue idee, cerca colori che possano rendere al meglio l’idea di perfezione e genialità. Con l’immaginazione già sogna il suo quadro finito pieno di felicità e amore, sperando che la tela possa essere una di quelle che, al momento dell’esposizione, la gente possa ammirare con incredulità e approvazione. Con il tempo i colori di quel quadro perdono lo smalto e la storia, ma il significato resta immutato col passare degli anni… Chi lo guarda e guarderà, ricorderà sempre il suo valore e i suoi trascorsi: il quadro più bello e vincente dell’esposizione.

Accanto a quel vecchio quadro arrugginito di ricordi, viene posata una tela giovane, stessi tratti e stessi colori di quello precedente ma con un tocco in più di follia. Il dipinto ricordava molto quello al quale veniva accostato ma sembrava voler essere speciale, addirittura, voleva poter avere più consensi del precedente. Traspariva giovinezza e voglia di colore, passione e voglia di amore. L’artista che lo diede alla luce lo immaginava figlio del quadro precedente, e così i colori anche del vecchio quadro tornarono a ringiovanire i ricordi accanto a questa tela giovane e ricca di sogni.

NEL NOME DEL PADRE 

Ma cosa c’entra tutto questo con il calcio? Kasper Schmeichel ieri sera, ha trascinato il suo Leicester ai quarti di finale grazie ad un rigore parato in maniera superba. Proprio come un artista usa colorare la tela, lui ha, con i suoi guantoni, respinto una pennellata color voglia di rimonta da parte di N’Zonzi. Vivacità di colori sul suo volto, esplosione di gioia da parte di tutto lo stadio e dei suoi compagni, che rivedono in lui il portierone che fece la storia del Manchester United di Ferguson: Peter Schmeichel.

Quando un padre si ritrova ad osservare dalla tribuna il proprio figlio rievocando nella sua testa pagine memorabili di una carriera vissuta tra trofei e belle parate, già sa che tutto potrebbe succedere e che molto facilmente si può passare dall’essere una stella a un tramonto sbiadito. Ieri, vedendo suo figlio respingere quel rigore, ha definitivamente capito che il piccolo Kasper, oggi, può dire la sua anche in ambito europeo proprio come anni prima fece lui con il suo Manchester.

BUON SANGUE NON MENTE

C.B.Kelland ricordando suo padre disse: “Mio padre non mi ha detto come vivere; ha vissuto e mi ha fatto osservare come lo faceva.”

Il giovane Kasper è nato con i guantoni da portiere, da piccolo parava i sogni e da grande ha continuato ad avere questa immensa passione osservando i voli di suo padre dalla televisione. Riuscire ad immaginare da grande di poter essere come lui e riuscire a vincere qualcosa, come quel biondo uomo riusciva a fare trasmettendo sicurezza a tutto il reparto difensivo. Peter non ha mai obbligato suo figlio a sognare cose che non volesse, non si è mai imposto in nulla… ha lasciato solo che il destino pitturasse quel quadro chiamato vita nel miglior modo possibile. Oggi, possiamo dirlo, quel destino che fin troppo spesso si è rivelato esser sin troppo amaro, ha tratteggiato linee dai contorni dorati nei cieli di Leicester.

Emanuele Giubilei

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