Atalanta, retroscena di mercato: ecco chi era l’alternativa di Musso!

Alla fine è arrivato Musso all’Atalanta e nessun altro portiere: Gasperini stravede per l’ormai ex Udinese. Ma non era l’unico: l’allenatore dei bergamaschi qualche anno fa si innamorò anche di un altro portiere della Serie A. Parliamo di Bartlomiej Dragowski, attualmente primo estremo difensore della Fiorentina.

La partita che fece innamorare Gasperini di Dragowski

È la stagione 2018/2019, si gioca Atalanta-Empoli. Quella partita di cui il risultato sembra già scritto, lo sai: goleada Atalanta. E invece no. In quella partita si fece conoscere a tutta Italia un giovane portiere polacco classe 1997: Bartlomiej Dragowski. Di lui si sapeva poco o nulla. Ma quella partita stupì tutti, Gasperini compreso. La Dea come da copione creò una mole incredibile di tiri: ben 47! Ma nessun gol. Merito di quel portierino polacco, autore di addirittura 17 parate! È record. Era dalla stagione 2004-2005 che non si vedevano così tante parate in una singola partita: pazzesco. Impressionante. Incredibile. Scegliete voi l’aggettivo che più si adegua alla prestazione di Dragowski. Ma non è finita qui. L‘Atalanta avrebbe dovuto segnare almeno 5 gol – stavolta è la statistica che parla, tramite gli Expected Goals: 5,86 – un numero altissimo, incredibile, che si è infranto contro si la sfortuna, ma anche e soprattutto la classe e la forza di un portiere a dir poco sorprendente. La partita finì 0-0, sotto gli occhi basiti di tutti allo stadio Atleti Azzurri d’Italia. Fu quindi questa la partita che convinse Gian Piero Gasperini a credere in lui. Per confermare la strepitosa prestazione, la Gazzetta dello Sport diede come voto all’ex Jagiellonia ben 8,5 (!): tradotto, un voto che non viene praticamente mai assegnato ad un portiere. Ma quel giorno invece venne assegnato.

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Il motivo per cui Dragowski non andò all’Atalanta

L’amore primario era (ed è stato) quello su di Musso, estremo difensore dalle qualità notevoli, ottimo pararigori e con un futuro più che roseo di fronte a sé. Ma nella testa dell’allenatore piemontese c’era questo pallino: un pallino di nome Bartlomiej Dragowski. Era quel nome di riserva, ma che di riserva non aveva nulla, dato che le sue potenzialità le ebbe più che dimostrate. Ma nulla. Niente da fare. La ragione principale si descrive in una sola parola: Commisso. La Fiorentina lo ha considerato incedibile, nulla da fare. A meno di un’offerta clamorosa e sorprendente. E quindi Gasp ha dovuto così rinunciare al quel vecchio pallino ed “accontentarsi” di Juan Musso. Alla fine si può benissimo dire che non si è potuto lamentare il cittadino onorario di Bergamo.

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