Caso D’Onofrio, l’ex procuratore della FIGC denuncia: “Caso gravissimo per due motivi”

Giuseppe Pecoraro, ex procuratore della FIGC, ha parlato dello scandalo che ha investito il procuratore generale degli arbitri italiani Rosario D’Onofrio.

D’Onofrio, infatti, è stato arrestato per traffico internazionale di droga, scatenando l’incredulità di tutti, dagli organi interni all’Aia ai semplici tifosi.

Pecoraro ha parlato del caso intervenendo a Radio Marte:

“Innanzitutto è un fatto gravissimo che riguarda un uomo delle Istituzioni, perché AIA e Figc sono considerabili come tali, e il che significa che chi ha incarichi in questi settori deve avere un curriculum adeguato. La questione è che l’Associazione Italiana Arbitri non dovrebbe essere indipendente dalla Figc ma interna ad essa, in modo che possa essere sottoposta a controlli più incisivi. Passando per il Consiglio Federale ma anche attraverso le commissioni, ci sarebbero maggiori garanzie sulle capacità, sull’adeguatezza e sulla professionalità del candidato e delle persone prescelte. Condivido dunque la decisione della Federcalcio di sottrarre all’Aia la giustizia arbitrale ma andrei oltre il provvedimento”.

Pecoraro parole D’Onofrio

Inoltre, l’ex procuratore risponde anche alle parole del presidente della FIGC, Gabriele Gravina:

Il presidente Gravina ritiene che gli arbitri siano solo parte lesa nella vicenda? Torniamo sempre sul punto: se l’Aia fosse stata una sezione della Federcalcio i controlli sarebbero stati più incisivi e quindi più difficilmente sarebbe sfuggito una situazione disdicevole come questa”.

Infine commenta le mancate dimissioni dei vertici dell’Aia:

Non conosco le carte, appena la Procura della Repubblica renderà noti gli atti se emergeranno responsabilità di carattere omissivo qualcuno dovrebbe riflettere. Ovemai ci fossero poi responsabilità commissive dovrà essere il presidente della Federazione ad intervenire”.

Edoardo Di Vito

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