Morata su Luis Enrique: “Avevo un intero paese contro: mi ha aiutato tantissimo”

In una lunga intervista ai microfoni di Marca, Alvaro Morata ha speso delle belle parole per il CT spagnolo Luis Enrique, oltre a qualche commento sui Mondiali in Qatar. A seguire, alcune delle dichiarazioni più interessanti dell’attaccante dell’Atletico Madrid.

Sulle sue sensazioni dopo l’esordio vittorioso nella competizione per 7-0, in cui ha inciso con un gol ed un assist subentrando dalla panchina:

“Sono molto felice, sono 3 punti e dei gol che possono aiutarci molto in termini di qualificazione, ma ora inizia il nostro torneo per davvero Qui quando ti svegli sembra di essere in un campo con 15 anni. Sono tutte belle facce e una buona atmosfera. È un piacere essere qui. Prima dell’europeo avevamo più dubbi, mentre ora sappiamo tutti cosa dobbiamo fare, chi gioca e chi entra dopo. Si capisce fin da subito che abbiamo un buon gruppo. Il mister adesso ha una situazione incredibile, ma difficile perché ognuno dei 26 può giocare da titolare”.

Morata Intervista Marca

Morata elogia Luis Enrique: le parole

Sulla sua mancata titolarità nel primo match:

“Non mi interessa. Sono in una Coppa del Mondo, mi andrebbe bene anche non giocare più, ma vincere lo stesso il torneo. Alla fine, qui si tratta di fare ciascuno la propria parte. Quelli di noi che sono più anziani hanno molte responsabilità nel prendersi cura e motivare i più giovani. Parlo molto con loro: con Nico Williams, con Ansu Fati o con Yéremy Pino. Non si tratta solo di essere un titolare o un sostituto. Noi siamo un tutt’uno”.

Sul suo rapporto con Luis Enrique:

“È difficile da spiegare. Si è fidato di me nei momenti più difficili, sia in carriera che nella mia vita personale. Mi ha aiutato tanto, soprattutto l’anno scorso. Sentivo di avere un intero paese contro, era una situazione molto difficile e lui si è alzato in piedi e mi ha difeso contro tutti. L’unica cosa che sto cercando di fare è restituirgli quella fiducia e tutto quello che ha fatto per me. La sua personalità aiuta: riesce a far sentire chi non gioca uguale o addirittura più importante di chi gioca”.

Ruggero Gambino

Impostazioni privacy