Caso D’Onofrio, parla Calvarese: “Non è come Calciopoli, ma c’è un addio all’AIA”

Dopo l’arresto di D’Onofrio per traffico di stupefacenti, la procura FIGC ha scoperto diverse violazioni al Codice di comportamento e di Giustizia Sportiva dell’AIA. Da queste violazioni sono scaturite accuse pesantissime nei confronti di Alfredo Trentalange, colpevole di aver avuto un rapporto consolidato con il procuratore D’Onofrio.

Il caso ha sicuramente sconvolto la gerarchia arbitrale italiana, soprattutto nella sua forma politica. In merito alla vicenda ha parlato Gianpaolo Calvarese, grazie alla sua collaborazione con Calcio e Finanza.

Calvarese, Trentalange verso l’uscita

Calvarese, arbitro da più di 300 presenze nella nostra Serie A, ha trattato il tema dandoci il punto di vista di un arbitro, preoccupato per ciò che potrebbe accadere ai fischietti nostrani: “Troppe volte, negli ultimi giorni, ho sentito rievocare ed accostare il nome di Calciopoli alla brutta e triste vicenda relativa al caso D’Onofrio. Le accuse e i sospetti sembrerebbero scrivere una delle pagine più nere della storia arbitrale in Italia. Per questo motivo la vicenda “Calciopoli” è tornata ad aleggiare sul mondo dei direttori di gara. Doverosa premessa: per quanto riguarda lo scandalo del 2006, gli arbitri erano rimasti coinvoltichi più e chi meno“.

FOTO: Getty – Trentalange-Presidente-Aia

Secondo Calvarese c’è però una decisiva differenza: “I fischietti, quelli che scendono in campo, non sono stati e non saranno sfiorati, in quanto non potevano sapere e quindi essere in qualche modo coinvolti”.

In conclusione: “Sono certo che anche relativamente a questo scandalo Gravina ed il suo staff riusciranno a trovare il bandolo della matassa ed a individuare e punirne i responsabili”. Inoltre, sempre secondo Calvarese, si va verso l’uscita di Trentalange.

Enrico Coggiola

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