De Leo nel ricordo di Sinisa Mihajlovic: “Con lui al tuo fianco ti sentivi invincibile”

De Leo, storico e fidato collaboratore di Sinisa Mihajlovic, parla in un’intervista a Il Mattino in cui ricorda proprio gli anni passati al fianco dell’allenatore serbo e dello strettissimo rapporto di amicizia che li legava, inevitabilmente nato dopo così tanti anni di lavoro insieme.

Inizia il suo intervento proprio ricordando il loro primo incontro, descrivendolo così: Lo ricordo come se fosse oggi. Era inverno, si moriva di freddo, eppure lui indossava pantaloncini corti ed era a piedi
nudi. Siamo stati un pomeriggio intero sul quel divanone con la vista sull’Olimpico. Più lo
sentivo parlare e più capivo con chi avrei avuto a che fare”

De Leo nel segno di Sinisa Mihajlovic: “Ti infondeva la voglia di raggiungere l’obiettivo”

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Una prosecuzione, quella dell’intervista, basata sul ricordo della persona e dell’uomo che Sinisa era, e che tutti noi sappiamo e conosciamo. Parla così De Leo a riguardo: “Era un carro armato, un
fuoriclasse nel trasmettere fiducia e coraggio. Ti infondeva la voglia di raggiungere l’obiettivo. Sapevi che con lui potevi affrontare qualunque avversario senza paura. Ti faceva sentire imbattibile.”

Toccando poi il tasto relativo al periodo della malattia, queste riportate sono le sensazioni e le immagini che De Leo ci lascia e ci descrive in base al loro vissuto insieme: “Partiamo per il ritiro estivo col Bologna e lui sul pullman non c’è, formalmente a causa di una febbre. Cosa strana perché una febbre non lo aveva mai fermato. Nessuno sapeva nulla. Una notte ci arriva un messaggio del
direttore sportivo Bigon nel quale ci dice che la situazione era grave. L’indomani Sinisa ci
ha riunito in albergo e ci dice tutto in una videochiamata.

È stato uno choc. Pur volendo come sempre apparire forte e determinato, anche lui era
commosso. Un momento emotivamente coinvolgente.
Ma il sangue ci si è gelato a Verona quando lo abbiamo rivisto dopo quella videochiamata alla prima di campionato. Nessuno si aspettava che venisse e l’impatto è stato fortissimo: era irriconoscibile”.

LORENZO PIERANTOZZI

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