Katia Serra: “Calcio femminile? Paragoni con il maschile il vero limite. Commentare Inghilterra-Italia è stato un privilegio”

24 anni nel mondo del calcio femminile giocato. Katia Serra ha esordito nel 1986 con la maglia del Bologna CF e per anni ha rappresentato un’icona del calcio femminile, difendendo i diritti delle calciatrici tramite il suo ruolo nell’Associazione Italiana Calciatori. Da giocatrice, e non solo, ha vissuto l’evoluzione e la crescita di questo sport, incidendo per spianare la strada ad alcuni cambiamenti.

Da grande esperta di calcio ha avuto l’opportunità di raccontare con la sua voce la finale degli Europei 2021 tra Inghilterra e Italia a Wembley, racchiudendo l’emozione vissuta in quei momenti tra le pagine del suo nuovo libro «Una vita in fuorigioco».

In occasione della presentazione tenutasi a Napoli il 20 marzo, Katia Serra ha parlato ai microfoni di Silvia De Martino per Rompipallone.it per un’intervista esclusiva in cui ha commentato l’evoluzione del calcio femminile in questi anni e la sua esperienza nella finale in Inghilterra.

L’evoluzione del calcio femminile

Di seguito le sue parole:

Il calcio femminile da quando giocavo io ad oggi è cambiato tantissimo. Ci sono molte più bambine che lo praticano e che quindi riescono a seguire tutte le tappe del settore giovanile per arrivare in prima squadra dopo aver condotto un percorso formativo. È cambiato tanto, anche perché gli staff e le organizzazioni societarie sono cresciute e si gioca in contesti dove si può trovare tutto quello che serve per farlo ai massimi livelli.

Oggi c’è anche un po’ di visibilità che prima mancava e per fortuna anche ad alto livello, e mi riferisco al calcio internazionale, sono arrivate tutte le grandi competizioni come i Mondiali, gli Europei, la Champions League.

Quando giocavo io la Champions League non esisteva. Vinsi un torneo che si chiamava Italy Women’s Cup che era propedeutico alla costruzione della Champions. Questo ti fa capire come l’evoluzione sia stata incredibile, anche sotto il profilo della metodologia degli allenamenti.

La lotta agli stereotipi nel calcio femminile

Il calcio femminile sta definendo la propria strada e sta continuando a crescere in questi anni, ricevendo sempre più consenso anche da parte degli appassionati a questo sport. Una crescita evidenziata anche dai numeri raccolti dalla Rai durante gli Europei femminili: circa 3 milioni di italiani sintonizzati sulla rete nazionale per seguire le partite delle azzurre di Milena Bertolini.

Per fortuna, per quanto alcuni stereotipi restano, la realtà è che c’è molta meno resistenza e di conseguenza i tifosi hanno capito che il femminile è un modo di giocare a calcio diverso, perché la donna ha le sue specificità e caratteristiche e lo apprezzano per come è.

Il limite è continuare a paragonarlo al calcio maschile: per fortuna sempre più persone hanno capito che farlo è un errore e quindi vengono alle partite di calcio femminile aspettandosi uno spettacolo sportivo differente, apprezzandolo anche perché notano da parte delle ragazze un impegno incredibile e una passione senza limiti.

L’attività sindacale con AIC

Negli anni, Katia Serra, nel suo ruolo di Consigliera prima e di responsabile del settore femminile poi dell’Associazione Italiana Calciatori, ha lavorato per il calcio in rosa anche in ambito sindacale.

Io ho fatto 17 lunghissimi anni a livello sindacale poi adesso questa esperienza è terminata. Posso dirti che prima mancava tutto e dal non avere niente siamo diventate professioniste e abbiamo conquistato tantissime tutele. Questo significa aver trasformato questo sport da semplice hobby, a lavoro pagato e tutelato.

Sarebbe molto lungo raccontarti tutte le tappe, ma basta solo pensare che prima si giocava a calcio su una stretta di mano, oggi a tutti gli effetti c’è un contratto che tutela le calciatrici. In questo senso penso che si possa ancora continuare a fare tanto, ma bisogna avere la consapevolezza che per realizzare quello che è stato realizzato in passato bisogna voler bene veramente tanto al calcio femminile.

Ogni tanto noto che qualcuno vuole più cavalcare questo movimento piuttosto che continuare a costruirlo, magari solo per interessi personali. Invece bisogna continuare a ragionare di sistema altrimenti si farà fatica a fare un ulteriore step in avanti.

La voce di Inghilterra-Italia agli Europei 2021

Merito della sua competenza calcistica, Katia Serra ha vissuto e raccontato lo storico traguardo degli azzurri di Roberto Mancini a Londra, diventando la prima telecronista donna a commentare una finale della Nazionale italiana.

katia serra inghilterra italia
FOTO: Katia Serra Inghilterra-Italia

L’emozione di raccontare Inghilterra-Italia nella finale degli Europei? Diciamo una cosa molto semplice, leggete il mio libro «Una vita in fuorigioco» e lo scoprirete. Racconto tutti gli aneddoti di quella grandissima avventura.

È stato emozionante. È stato un privilegio avere quella grandissima responsabilità ed è stato anche particolarmente impegnativo sotto il profilo dello stress che c’è dietro un evento così importante. Ma lo rifarei domani, perché mi sentivo pronta e a mio agio nel vivere quella grande avventura.

È l’emozione che mi ha spinto a scrivere questo libro, perché nel dettaglio racconto quello che è successo prima, durante e dopo e si scoprono cose che non sono mai state dette nemmeno nelle numerose interviste che ho rilasciato.

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