Lutto nel calcio italiano, addio all’ex presidente

Lutto nel mondo del calcio: scomparso l’ex presidente rappresentante una squadra dalla grande ed affascinante storia

All’età di 85 anni si è spento Vittorio Nofri, l’ex presidente di una squadra calcistica che, durante il suo operato, militava in Serie B, campionato molto importante per la realtà protagonista. Egli è stato un imprenditore nel settore dei mobili con interessi nella categoria delle onoranze funebri.

La Serie B, ad oggi, è una categoria tanto agognata da club, squadra e soprattutto dai tifosi che vogliono tornare a vedere giocare la propria squadra sopra palcoscenici di un certo spessore come San Siro: il cui campo è stato calcato, ad esempio, contro il Milan di Pippo Inzaghi nel 2008, in Coppa Italia.

Se oggi bisogna accontentarsi della Lega Pro, la storia dell’Arezzo richiede maggiore ambizione: una mentalità costruita negli anni e rafforzata da alcune scelte che hanno poi condizionato le relative conseguenze. Vittorio Nofri rilevò l’Arezzo dopo l’uscita di scena, a dir poco clamorosa, del presidente Narciso Terziani nel 1985. Quest’ultimo accusò la dirigenza di tradimento e decise di fare un passo indietro, vendendo la società a Nofri che, praticamente ad interim, fu capace di svolgere un lavoro molto importante prima di cedere, nuovamente, l’Arezzo nella stagione successiva a Benito Butali.

L’impresa di Nofri, all’insegna del tutto può accadere

Sotto la sua gestione arrivarono ad Arezzo calciatori del calibro di Ugolotti, Muraro e Orsi. In una situazione irreparabile, con l’Arezzo vicina alla retrocessione in Serie C, il lavoro di Nofri fu quello di salvare la squadra utilizzando un metodo concreto e che potesse risultare decisivo anche per il futuro dei toscani. In dirigenza fu confermato Mariottini come direttore sportivo mentre sulla panchina della prima squadra ci fu un cambio: fu scelto Russo.

Lutto nel mondo del calcio, scomparso il presidente
Nofri-Arezzo: l’impresa per rimanere in Serie B (LAPRESSE) – Rompipallone.it

Un’esperienza non molto fortunata per il tecnico, probabilmente con un’idea di calcio troppo innovativa per quei tempi. Russo venne esonerato dopo il passo falso di Cagliari e, alla luce di risultati altalenanti e non soddisfacenti, venne richiamato Riccomini che riuscì a salvare la squadra in serie B applicando un calcio meno teorico e più pratico: in campo era promosso un gruppo di 11 calciatori pronti a difendere la propria porta con le unghie e con i denti per poi ripartire in contropiede e sorprendere l’avversario. Una modalità di intendere il gioco prettamente difensivista.

Tutto a dimostrazione che nel calcio è possibile qualsiasi cosa se sono presenti fattori come la passione, la professionalità ed il carattere: qualità che all’ex presidente dell’Arezzo non mancavano affatto.

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