Rivoluzione Figc, campionati stravolti: spariscono 46 club

Gabriele Gravina è pronto alla rivoluzione: la decisione è drastica e sta dividendo le squadre di Serie A e categorie inferiori

Secondo quanto riportato da Sportitalia la FIGC starebbe preparando una vera e propria rivoluzione che sta dividendo i club nelle opinioni. Una decisione che potrebbe mettere a rischio ben 46 club perché verrebbero esclusi dalla categoria che, attualmente, stanno disputando. Ciò che sta creando stupore è la nuova struttura del format che da un lato potrebbe giocare un ruolo positivo, dall’altro metterebbe in serie difficoltà diverse società.

Nel corso degli anni Gabriele Gravina aveva lanciato alcuni segnali e i diversi fallimenti di società di Serie B stanno praticamente costringendo il presidente della FIGC ad intraprendere questa nuova strada, stravolgendo del tutto anche la categoria di Serie C, ricostruendola totalmente.

Un passo non semplice ma che potrebbe giovare agli impegni europei delle big di Serie A. La rivoluzione, infatti, si basa sulla drastica riduzione delle squadre partecipanti ai campionati professionistici italiani:  Serie A da 20 a 18 squadre Serie B 20 a 18 squadre e Serie C da 60 a 18 squadre.

Rivoluzione FIGC, la reazione dei club

Dopo le finali di Champions, Europa e Conference raggiunte dalle italiane Inter, Roma e Fiorentina durante la passata stagione, la FIGC si è resa conto che i club italiani sono finalmente tornati a competere ai livelli dei decenni passati e favorire il loro cammino europeo gioverebbe sia alla popolarità e primato riacquisito dall’Italia in Europa e nel mondo, sia alle casse del nostro calcio.

Rivoluzione campionati: la decisione di Gabriele Gravina
Rivoluzione campionati: la decisione di Gabriele Gravina (LAPRESSE) – Rompipallone.it

La nuova formula della Serie A a 18 squadre, infatti, potrebbe permettere ai calciatori di rifiatare di più e di preservare le forze. Una rivoluzione che è stata appoggiata proprio da questi club che ambiscono alle prime posizioni, per uno scopo ben preciso: far tornare un club italiano ad alzare un trofeo europeo di rilevante importanza. Nel 2022 ci è riuscita la Roma di Josè Mourinho con la neonata Conference League e lo scorso anno solo un arbitraggio rivedibile di Taylor ha condizionato la finale di Europa League contro il Siviglia.

Intanto, però, i club medio-piccoli si sono opposti alla proposta di Gravina poiché metterebbe in serio rischio non solo la prestazione stagionale della squadra ma anche il futuro di essa. In Serie C ridurre in maniera così drastica il numero di club sarebbe un vero e proprio duro colpo allo sviluppo del nostro calcio e alla crescita di giovani talenti italiani.

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